Governo, slitta la decisione sui sottosegretari

Ancora una fumata nera. La partita sui 42 sottosegretari non si è chiusa. E pare destinata a slittare. Giuseppe Conte aveva chiesto la lista pronta in occasione del Consiglio dei ministri, convocato oggi alle 15. Ma sul tavolo del premier non compaiono né la nomina dei sottosegretari né i decreti per l’assegnazione ai ministri di alcune deleghe: tra le altre, il Turismo a Dario Franceschini e il Commercio estero a Luigi Di Maio.

Tra i democratici serpeggia il pessimismo: “Noi siamo pronti ma i Cinque stelle no”. In pratica, senza i sottosegretari il lavoro del governo non può iniziare. Si ipotizza una convocazione ad hoc domattina. Ma oggi, entro l’ora di pranzo, il premier dovrebbe incontrare le delegazioni del M5s, guidata da Vincenzo Spadafora e Stefano Patuanelli e quella del Pd, capitanata da Dario Franceschini e Andrea Orlando.

I nodi da sciogliere sono decisivi. Pentastellati e dem si contendono due deleghe importanti del ministero dello Sviluppo economico: Telecomunicazioni ed Energia. I dem vorrebbero Antonello Giacomelli e l’assessore laziale Gian Paolo Manzella. Ma i pentastellati rivendicano entrambe le deleghe e pensano di piazzare all’Energia Dario Tamburrano. Nel disegno grillino, le Telecomunicazioni dovrebbe tenerle lo stesso Patuanelli, titolare del Mise.

La delega dell’Editoria dovrebbe andare al Pd. Le quotazioni del deputato umbro Walter Verini sarebbero in ribasso. Prende quota il nome di Andrea Martella, coordinatore della segreteria dem. Intanto, Conte sembra deciso a mantenere la delega ai Servizi, mentre il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro, molto vicino al leader Luigi Di Maio, dovrebbe ottenere le Riforme.

Aggiornato il 12 settembre 2019 alle ore 12:56