
Quante belle favole, miei cari bambini! L’editore di successo? La “Politica” (si fa per dire) italiana. Tutte trame, tramette, inflorescenze di traditori, voltagabbana, affabulatori e grandi urlatori. Per parlare si grida (manzoniane quasi sempre). La dialettica “l’è morta”, la lucidità e il rispetto dell’avversario anche. E Dio non dimora più in Vaticano, se mai l’abbia fatto! Benedetto XVI dixit.
Veniamo ai nostri giorni. Il “Salvimaio” ha fatto harakiri eradicando per così dire la sua parte... salvifica! Poiché chi sgambetta viene puntualmente sgambettato, invece delle urne la Lega si è trovata di fronte per tutta risposta a una sorta di inedito compromesso storico, battezzato con tutti i crismi alla fonte dell’endorsement internazionale dei “poteri forti” (Trump, Merkel, Von der Leyen, Papa Francesco, etc.) e, udite udite, dal Garante dei Garanti dei Cinque Stelle, S.M. Regia Beppe Grillo. Ora voi mi direte: “Ci stai raccontando una favola” e, per sbugiardarmi, pretenderete che io ascolti l’esilarante streaming del 2013 tra Matteo Renzi e Beppe Grillo, laddove quest’ultimo tratta il segretario del Partito Democratico come un qualunque ladro di polli. O i due se la intendevano come i favolosi “ladri di Pisa”? Basta sostituire “Firenze” all’occorrenza di quella bella città toscana e ci siamo.
Quindi, ora resta da capire quel titolo di “elevato” che Beppe assegna dal suo regno digitale e selvaggio al neo premier incaricato. L’appellativo fa pensare a un circolo eletto, una sorta di consorteria internazionale elitaria ed esclusiva, in cui una personalità di spicco è degna del rispetto di tutti i membri del gruppo e ha per investitura e cooptazione una legittimazione a governare, in nome e per conto dei poteri forti della finanza internazionale che lo sostengono. È così? Stiamo parlando di favole e, quindi, tutto è lecito. Ma si sa, anche nei racconti a lieto fine, c’è da impedire al Diavolo di fabbricare il coperchio che, una volta sigillato sulla pentolaccia dell’accordo M5S-Pd, impedirebbe al Bene di trionfare. E chi si vuole bollire, in questo caso? Gli orchi buoni Di Maio-Casaleggio e Di Battista-Rousseau.
Infatti, la favola narra che nel testamento paterno del Gianroberto che fu comparirebbe la clausola segreta indirizzata agli eredi politici di “Mai con il Pd!”, se proprio il Movimento 5 Stelle fosse stato costretto ad allearsi con qualcuno per realizzare i sogni del suo firmamento. Qui bisogna dire, in verità che la vera operazione (o trama) di Palazzo non è il “ribaltone” (assolutamente lecito in punta di Costituzione), ma lo scambio indecoroso di ruoli tra Pezzente e Re, nel senso che Conte (il quale tra l’altro si è orgogliosamente intestato di essere un senza patria, scappato di casa dai Cinque Stelle e mai iscritto con loro) ha ottenuto nelle urne “zero” consensi, mentre quegli altri due D.D. Maio-Battista hanno tirato su a malapena undici milioni di voti!
Quindi, Conte sarebbe in quest’ottica l’usurpatore, dato che lo scettro del comando spetterebbe obiettivamente al leader del partito di maggioranza relativa, ovvero a Di Maio che, però, la strega cattiva Matteo Renzi vuole letteralmente morto, sentitamente ricambiato dalla sua vittima. Ma ecco venire avanti l’arcano che consentirebbe alla fatina gialla di sbriciolare il coperchio del Diavolo: il voto su Rousseau! Mettetevi nei panni dei trentamila grillini che certamente voteranno sul quesito: “Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.
C’è da aspettarsi un “No” grande come una casa. Mettetevi nei panni del grillino medio, soprattutto uno che aveva il cuore a sinistra irrimediabilmente avvelenato dallo sposalizio progressista contro natura con la globalizzazione, l’immigrazione indiscriminata, il multilateralismo, il multiculturalismo, il Jobs Act, l’abolizione dell’Articolo 18 e via discorrendo; un poveretto cioè che ha votato Grillo per le sue invettive anti-establishment e contro i poteri forti e che, invece, oggi lo ritrova a inneggiare proprio all’alleanza con questi ultimi. Come dovrebbe comportarsi il meschino se non fabbricando un nuovo gigantesco “Vaffa” che ribadisca con il “No” la difesa dei sacri valori del Movimento?
Aggiornato il 03 settembre 2019 alle ore 11:56