L’errore di Salvini

L’errore di Salvini, tutti ne parlano. Quale è stato o, volendo utilizzare l’indicativo presente almeno fino a che non si saprà se ci tocca un “Governo Frankenstein” di morti ricuciti o ci faranno la grazia di mandarci a votare, quale è l’errore di Matteo Salvini?

Proviamo a disegnarlo, seppure con uno schizzo leggero e a matita acquerellabile, visto che qui ogni ora che passa c’è una barella davanti al Quirinale che raccoglie un giornalista di Sky Tg24 svenuto per l’ennesimo colpo di ricattuccio e tiratina di giacchetta di Luigi Di Maio and company che, diciamo la verità, dalla mossa inaspettata di Salvini sono stati messi all’angolo come pugili suonati tanto da rischiare la disintegrazione per implosione del Movimento Cinque Stelle.

Nelle ultime settimane, da quando cioè si è aperta la crisi di governo più pazza del mondo, tutti, dal giornalaio al fornaio sotto casa, ai super titolati giornalisti parlamentari, ma, a ben leggere, anche quelli che si sono sempre occupati di calcio, di gossip e di moda, compresa la parrucchiera all’angolo che non rivoterebbe la senatrice Paola Taverna, tutti lì a decretare che Salvini ha peccato di onnipotenza, ha azzardato il “rischiatutto” sperando di andare sparati a votare e ha commesso il grande errore di fregarsi da solo inventando una nuova posizione del Kamasutra per leghisti masochisti.

Ma… siamo proprio sicuri che si tratti di un errore l’aver semplicemente costretto la nazione e il Presidente della Repubblica a prendere atto che il voto contrario dei grillini sulla Tav era di fatto una sfiducia implicita al Governo Conte? Da giorni assistiamo, in verità, a dei meravigliosi talk-show estivi in televisione quando di solito sarebbero andate in onda le repliche fino alla nausea della Signora in giallo, o al massimo Rin Tin Tin, e a paginate di giornali riempite con analisi di voto, controanalisi di sondaggi, conteggi di fuoriusciti imminenti, compravendite di voti, toto ministri, scissioni, tessere rese e dimissioni future annunciate.

Ed eccoci al punto: Calenda, Paragone e alcuni militanti illustri del Movimento Cinque Stelle hanno improvvisamente dimostrato di essere in possesso di quel barlume di onestà intellettuale che Renzi, Boschi, Zingaretti e lo stesso Conte sembrano non avere mai avuto. Un intero Parlamento è di fatto ostaggio di cento poltronari e di un votucchio virtuale su una piattaforma che porta il nome di uno che a vedere questo orrore si sarebbe sfranto la testa al muro e si legge, non senza trasecolare, che il papocchio sia stato ordito addirittura in quel Biarritz da Angela Merkel e amici della parrocchietta, defenestrando di fatto ogni indipendenza della politica italiana. Roba da arresto per, non so, spionaggio, alto tradimento, attentato alla Costituzione… in un Paese normale se ciò fosse anche solo lontanamente vero. Ma invece “fa scandalo” che i capi commissione leghisti e lo stesso Salvini non si siano ancora dimessi. E se l’errore di Salvini fosse stato e sia peccare di dignità?

Come si può portare avanti un contratto di governo - che già averne dovuto stilare uno la dice lunga sulla reale rappresentatività e volendo anche legittimità legale per chi volesse prendersi la briga di approfondire costituzionalmente il punto, di chi agisce per conto di una società privata - con chi costantemente ti rema contro o alza l’asticella perché magari soffre di complessi di inferiorità? Ha fatto bene Salvini a fermarsi da solo prima di essere umiliato da qualche gioco di palazzo peggiore di quelli che stiamo tutti vedendo con i nostri stessi increduli occhi.

Dove sta la dignità del Partito Democratico nel riuscire a portare avanti delle trattative con un partito - che non è più un movimento, cari miei - che fino al 19 di agosto, un giorno prima dell’apertura dell’abisso che ha inghiottito la democrazia italiana, sentenziava in un bel video per bocca del suo leader sicofante mai col “Partito di Bibbiano”, il “Partito delle tasse” e, ancora, il “Partito delle banche”?

Il Pd e Giuseppe Conte sono davvero al servizio di Stati stranieri? Ma intanto una bella pochette a quattro punte nel taschino in occasione del ribaltone non si nega a nessuno.

Tutto questo bailamme per avere un governo che rialzi le tasse, riapra i porti in nome della “discontinuità” con la chiara volontà popolare e che elegga l’ennesimo Presidente della Repubblica gradito alla sinistra boccheggiante come una morìa di pesce fetido mentre Beppe Grillo, in camisola fiorata dalla sua villa, fa di scorsi elevati, da elevato quale è, e invita “all’euforia”. All’euforia. Lo vorrei far elevare sulla bolletta della luce della mia euforica vicina di casa, vedova e pensionata, che su 23,80 euro di consumo deve pagare 15,85 di spesa per il trasporto altre 28,35 di oneri di sistema e 12,52 euro di Iva per un totale di 80,25 euro su una pensione minima e con un affitto da pagare. Ma egli fa notizia con le pinne e discetta di imballaggi, rinnovabili, nuovi materiali, nuove impostazioni del mondo meravigliose ed ideali. Tutto giusto, però la signora la bolletta ingiusta grazie a una legge firmata Pd per tenere buone le major dell’energia, ricordiamolo, la deve pagare oggi, mi sa che non può attendere che si srotolino fogli di grafene e che, se l’indegna pantomima continua così, tornerà a votare il Pci di Rizzo. E farebbe bene.

In tutta questa elevazione, dalla segreteria del Partito Democratico blaterano alla luna che serve “un chiarimento politico” per vedere se questo matrimonio già fallito in partenza con quel che resta delle stelle s’abbia o non s’abbia da fare.

No signori, crediate, serve dignità, dignità che state togliendo al popolo italiano, dignità che non avete.

Aggiornato il 02 settembre 2019 alle ore 12:05