
Il Movimento cinque stelle è spaccato in due. Da una parte i “nostalgici” del Carroccio, rappresentati da Gianluigi Paragone. Dall’altra i “possibilisti”, che credono in un’intesa con il Partito democratico, cui dà voce Luigi Gallo. Paragone, senatore grillino dal cuore leghista, medita, addirittura, l’addio alla formazione pentastellata. “Nel caso di accordo con la Lega – avverte – resto nel gruppo parlamentare M5s. Nel caso di un accordo con il Partito democratico, vediamo. Lo voglio vedere questo governo”.
Di un fatto Paragone è certo: non crede che il presidente della Camera voglia fare il premier di un nuovo governo Lega-M5s. “Roberto Fico – sostiene – ha una sensibilità diversa. Lo ha palesato tante volte”. Paragone valuta anche le mosse del presidente del Consiglio uscente. “A Conte – sottolinea – manca forse un po’ di malizia e credo che anche nel discorso dell’altro giorno alla Camera forse mi sarei coperto un po’ di più. In politica mai dire mai”.
Dopodiché, Paragone, a proposito di un’ipotesi di governo che segni la discontinuità dal precedente, lancia una provocazione ai “cari colleghi del Movimento”: “Vi sfido a sinistra sull’ipotesi gialloverde e sfido anche il Partito democratico. Vogliamo proprio fare un’alleanza? Bene. Vi do io allora il nome della discontinuità. Prendete Stefano Fassina come ministro dell’Economia. O Emiliano Brancaccio. Quella sì che sarebbe discontinuità profonda”.
L’altra faccia dei grillini ha un nome e un cognome: Luigi Gallo, apertamente favorevole ad un governo con il Pd. Per il parlamentare, “i dieci punti da presentare al Pd sono stati costruiti dal gruppo parlamentare, con un metodo partecipativo: non è stata una scelta calata dall’alto ma è stata fatta valere l’intelligenza collettiva. È nata la fase due del Movimento”.
Per Gallo, con la Lega “il discorso è chiuso, per una volontà molto forte espressa dall’assemblea dei parlamentari”. In caso le trattative con il Pd andassero male “resta solo il voto”. Secondo Gallo, Salvini “ha fatto un’operazione di tradimento degli italiani nella crisi di governo più pazza del mondo. Ora vuole fare il diavolo tentatore, convinto che il M5s possa mettere l’ego personale davanti al Paese. Evidentemente ci confonde con Berlusconi”.
Il deputato M5s sottolinea di non avere mai votato Pd, di avergli fatto sempre opposizione, ma pensa “di conoscerlo bene e avere gli anticorpi per creare un dialogo. C’è un stata una infatuazione di molti verso la Lega, non avevamo i giusti anticorpi con loro”. Rispetto al nodo premier, Gallo definisce Conte “il politico più amato dagli italiani, ed è molto temuto da Salvini. Quindi non capisco il no del Pd. Però non impicchiamo l’Italia a un nome”.
Infine, il deputato grillino non crede che per certificare un eventuale accordo con il Pd si debba passare per la piattaforma Rousseau: “Siamo in una fase di emergenza economica, i tempi sono strettissimi e Mattarella vuole chiudere entro domani. Qualsiasi votazione sarebbe assurda”.
Aggiornato il 26 agosto 2019 alle ore 13:18