
La crisi del governo gialloverde ha ricompattato Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi è tornato a dialogare attivamente con Matteo Salvini. E, se il varo dell’esecutivo rossogiallo dovesse fallire, si ritornerebbe allo schema di centrodestra classico, ma, stavolta, a trazione leghista.
Per il deputato forzista Alessandro Cattaneo, “il centrodestra è la coalizione politica che l’Italia ha scelto nel 2018 per guidare il Paese e che sceglierebbe ancora se ci fossero nuove elezioni auspicate da Forza Italia come strada maestra. Vedere formarsi una maggioranza parlamentare Pd-M5S-Leu che non corrisponde alla volontà popolare è un vero e proprio scempio democratico. Detto questo, la coalizione di centrodestra deve trovare unità di intenti e di valori, perché non è un’impostazione, (ad esempio, di tipo lepenista-sovranista che anima o può animare il percorso politico di Forza Italia. E su questo è necessaria estrema chiarezza”.
Secondo Cattaneo, “le politiche economiche erano sbagliate quelle attuate dal governo gialloverde e saranno sbagliate, viste le ideologie di partenza, quelle eventualmente indicate dalla prossima maggioranza rossogialla. Due i motivi: non si può governare con i cinque stelle, il reddito di cittadinanza va abolito immediatamente e redistribuite le risorse sprecate in incentivi diretti alle imprese; secondo motivo: è essenziale ridefinire le priorità economiche del Paese partendo da una nuova concezione liberale che liberi l’energia dei privati, tenga conto dell’ascensore sociale, non penalizzi talento e merito, riparta da una forte decurtazione del cuneo fiscale (meno tasse). Questa semplice quanto efficace ricetta non si può attuare con sinistra e cinque stelle al governo. Serve ridare speranza alle persone e alle imprese, e non alimentare un populismo dell’odio e della vendetta sociale”.
Anna Maria Bernini, presidente dei senatori forzisti, sottolinea che “in tempi remoti, ma anche recenti, sono nati governi di grande coalizione per affrontare emergenze reali del Paese, dal terrorismo alla crisi economica globale. Oggi qualcuno si avventura a paragonare l’eventuale secondo governo Conte all’Andreotti ter del 1976. Nulla di tutto questo sta avvenendo in queste ore, perché i cosiddetti tavoli programmatici vengono in realtà apparecchiati solo per spartirsi i ministeri, antipasto succoso dell’ondata di nomine di primavera”.
La deputata di Forza Italia Deborah Bergamini attacca, via Facebook, la trattativa rossogialla. “Sarà la crisi più trasparente della storia della Repubblica, diceva Conte. Ad oggi, in trasparenza, si vede solo l’identica filigrana di opportunismo di cui sono fatti gli attori e le comparse di questa crisi. Un mercato del pesce in cui tutti sembrano disposti a qualunque cosa pur di vendere la propria merce”.
Un’altra deputata forzista, Elvira Savino, ritiene che l’accordo tra pentastellati e dem rappresenti una possibile intesa degli “sconfitti”. “Il governo di svolta che il segretario Zingaretti chiede ai Cinque stelle – sostiene – è impossibile, perché non ci può essere svolta per l’Italia se a guidarla sono due partiti che sono stati retrocessi in serie B dagli elettori. Nelle elezioni politiche dell’anno scorso il vero sconfitto è stato il Pd; nelle elezioni europee di quest’anno ha invece perso il M5s. Insieme possono dar vita ad un governo della retromarcia, non della svolta. Noi invece vogliamo un governo con una forte presenza e connotazione liberale, popolare, cristiana, moderata che solo Forza Italia è in grado di garantire. Forza Italia è il cuore e la mente di qualsiasi coalizione di centrodestra ispirata al buonsenso, fautrice del buongoverno e vincente”.
Aggiornato il 26 agosto 2019 alle ore 13:47