
L’Open Arms torna a chiedere un “porto sicuro subito”. La ong catalana denuncia su Twitter che “gli Stati europei dimostrano il loro coraggio voltandosi dall’altra parte”. La nave è bloccata in mare, ad una trentina di miglia da Lampedusa, da ormai una settimana, con a bordo 121 migranti, tra cui 32 minori. “Settimo giorno senza un porto – afferma la Ong – A bordo, uomini, donne e bambini fragili, traumatizzati da violenze e abusi. È rimasto ancora qualcuno a difendere i diritti e la vita?”.
Nei giorni scorsi Malta ha negato più volte l’approdo alla nave mentre l’Italia, dopo il divieto di ingresso nelle acque territoriali firmato da Salvini, Toninelli e Trenta, non ha mai risposto alle richieste della Ong. Quanto alla Spagna, paese di bandiera della nave, il governo “se ne lava le mani” scrive El Mundo: Madrid, infatti, non ha al momento fatto alcun passo formale con l’Ue affinché solleciti gli Stati per una ridistribuzione dei migranti.
“Con il passare dei giorni stanno aumentando le situazioni di nervosismo, non possiamo continuare così a lungo”. Il capo missione a bordo di Open Arms Anabel Montes Mier torna a ribadire la necessità che sia assegnato urgentemente un porto alla nave per sbarcare i migranti. “Siamo in mare da 7 giorni – dice Montes Mier che già ieri aveva segnalato come a bordo stessero per terminare le scorte di cibo e acqua – più passa il tempo e più diventa difficile spiegare ai migranti perché devono rimanere a bordo, perché non possono sbarcare in un porto dove non corrono più alcun pericolo”. “Rinnoviamo nuovamente la richiesta di avere con urgenza un porto sicuro dove sbarcare queste persone – conclude la capo missione – secondo quanto previsto dalle convenzioni e dagli accordi internazionali”.
Intanto, con una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Matteo Salvini il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, il pastore Luca Maria Negro, e il moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, hanno espresso la disponibilità ad accogliere i profughi soccorsi dalla nave Open Arms lo scorso 2 agosto.
“Questo gesto – spiegano i due esponenti protestanti, Luca Maria Negro ed Eugenio Bernardini – ha per noi un significato eminentemente umanitario e risponde, oltre che alla vocazione evangelica, all’accoglienza e all’amore cristiano, all’esigenza urgente di portare in salvo persone già provate e colpevoli di nient’altro che sfuggire da guerre e persecuzioni”.
Sia la Fcei, attraverso il programma Mediterranean Hope che la Tavola valdese per mezzo della Diaconia valdese sono impegnate in attività di accoglienza riservate, in buona parte, ai beneficiari del progetto dei “corridoi umanitari”. “La nostra proposta – spiegano i due pastori – nasce dall’apprezzamento della soluzione trovata in casi analoghi quando altri profughi arrivati in Italia sono poi stati parzialmente ricollocati sulla base di accordi con alcuni stati europei. Come si ricorderà, in quei casi quote di migranti furono accolte dalle strutture della Conferenza episcopale italiana. Per consolidare questo modello operativo, siamo da tempo impegnati presso le chiese protestanti e gli organismi ecumenici europei, perché sostengano attivamente politiche di accoglienza condivise e solidali”.
Frattanto, la Valletta ha detto “no” alla Ocean Viking. Le autorità maltesi si sarebbero rifiutate di rifornire di carburante la nuova nave di salvataggio di Sos Méditerranée e Medici senza frontiere, nonostante fossero stati presi precisi accordi in questo senso. A denunciarlo un portavoce di Sos Méditerranée all’agenzia tedesca Dpa. L’intesa era stata confermata da un intermediario – ha detto la fonte – ma poi le autorità marittime maltesi avrebbero informato via radio che non vi era alcuna autorizzazione.
La Ocean Viking, che non ha migranti a bordo, era partita il 5 agosto da Marsiglia ed è diretta all’area di ricerca e soccorso davanti alla Libia. L’arrivo nella zona Sar era previsto per domani. Ora si sta cercando un’altra soluzione per il rifornimento di carburante. Questa è la prima missione della nuova nave delle due ong Sos Méditerranée e Medici senza frontiere, che fino all’anno scorso viaggiavano nel Mediterraneo con la nave Acquario.
Aggiornato il 08 agosto 2019 alle ore 13:27