Tutto fa spettacolo

Ancora una volta ci siamo sbagliati. Sembrava fosse crisi, invece è pace e si va avanti, in futuro la storia di questo governo sarà trasformata in una fiction di successo, perché uno spettacolo così non va sprecato. Infatti la collaborazione a cui richiama Sergio Mattarella è troppo poco, lo diciamo con rispetto, ma è la solita frase di rito prima delle vacanze che non cambierà il teatrino dell’Esecutivo.

Insomma, ne riparleremo a settembre, ammesso che sia, e state tranquilli che per allora il copione prevede di tutto: sulla finanziaria sarà una commedia che noi umani nemmeno immaginiamo. In fondo dopo ciò che abbiamo visto in questi giorni, il livello del linguaggio, lo spessore dello stile, l’eleganza delle maniere, verrebbe da parafrasare Dante, sembrano fatti proprio per viver come bruti e non veder virtude e canoscenza.

In altri tempi un premier con l’aula abbandonata dai suoi mentre parla, avrebbe provocato le immediate dimissioni, in altri tempi un vice che avesse detto al premier “del tuo pensiero francamente me ne infischio” avrebbe generato una crisi in tempo reale. In altri tempi, insomma, quelli della repubblica odiata, ma il peggio non muore mai, una roba del genere non si sarebbe vista; allora c’era il rispetto, il garbo parlamentare, la considerazione dei ruoli istituzionali.

Oggi con questo governo è saltato tutto, al punto tale che il “che fai mi cacci?” col dito puntato sul naso a Silvio Berlusconi di Gianfranco Fini, sembra cipria. Ecco perché l’invito alla collaborazione di Mattarella è poco, sia chiaro punti di vista, ma per raddrizzarli la strada non è questa. Qui siamo di fronte ad un’alleanza che è la satira della democrazia, pensate se in America avessero fatto Donald Trump presidente e Hillary Clinton vice, oppure adesso in Inghilterra Boris Johnson premier e Jeremy Corbyn ministro degli esteri. Cose possibili solo da noi. Restiamo convinti che i costituenti non l’avrebbero voluto né mai pensato, la ricerca delle possibili maggioranze parlamentari era solo un segnale di rispetto delle procedure che in democrazia contano.

Insomma, non era un invito all’inciucio e ai ribaltoni, a mettere insieme il diavolo e la croce, tanto è vero che tutte le volte che si è fatto, stravolgendo la voce elettorale, è stato un caos ed è finita male, altro che interesse collettivo. Del resto quale sarebbe il maggiore interesse del Paese ad essere governato dai pentaleghisti? L’isolamento internazionale? Le procedure Ue? I conti pubblici da sfasciare definitivamente? La decrescita felice? Le aziende in crisi e i licenziamenti? È vero, in questi giorni i mercati vivono tranquilli, in fondo il denaro costa zero, lo spread seppure alto si è placato, l’ennesimo intervento di Mario Draghi ha funzionato, ma siete convinti davvero che il pericolo sia finito?

Suvvia non scherziamo, i mercati in questo periodo generalmente tirano il fiato, d’estate c’è sempre un movimento laterale, una sorta di relax generale, ma a settembre? Certo ci sono le eccezioni estive come quella del 2011 con Berlusconi, provocata ad hoc per defenestrarlo, studiata a tavolino e in tutti i punti per spianare la strada al Governo Monti, ma proprio quel caso dovrebbe farci pensare, quell’Italia stava molto meglio di quella d’ora, dunque? Se tanto mi dà tanto dovrebbe essere tempesta, invece è calma piatta per prendere fiato e non perché promossi dal mercato. Statene certi, con questo governo saranno guai, a settembre, eccome.

Aggiornato il 26 luglio 2019 alle ore 11:23