Salone dell’auto lascia Torino per Milano, Appendino pensa alle dimissioni

Il Salone dell’auto mette in crisi la giunta pentastellata di Torino. La decisione di lasciare il capoluogo piemontese per approdare a Milano ha fatto scoppiare le contraddizioni della maggioranza che sostiene da tre anni Chiara Appendino. Tant’è vero che la sindaca sta meditando le dimissioni.

Nel governo della città si sta consumando una guerra interna tra la prima cittadina e il suo vice Guido Montanari, descritto come punto di riferimento dei grillini ortodossi. Appendino, però, a differenza di altre occasioni, su tutte le Olimpiadi, non ha abbozzato. Accusata di impoverire Torino, questa volta è esplosa e ora minaccia l’addio.

Stasera arriva in città il vicepremier Luigi Di Maio. Proverà a mediare tra le varie anime del partito torinese. Anche se l’impresa, stavolta, appare ardua.

Intanto, il capogruppo della Lega a Torino Fabrizio Ricca sostiene di essere “pronto, sia come consigliere di opposizione in Comune che come assessore regionale, a offrire al sindaco Appendino tutto il supporto che sarà necessario per evitare che la nostra Città perda l’ennesimo importante evento in favore di Milano”.

Ma per Ricca, “la Appendino deve mettere fuori dalla sua squadra di governo cittadina il vicesindaco Montanari e tutti quei consiglieri di maggioranza che con le loro esternazioni hanno contribuito a questo disastro”.

Secondo Ricca, “non possiamo permetterci che il Salone dell’Auto non faccia più parte del calendario di eventi torinese. Abbiamo già perso troppe occasioni in favore di Milano. Per questo Montanari deve andare via e devono seguirlo quei consiglieri che non perdono occasione di attaccare iniziative amate dai cittadini per il solo scopo di farsi notare”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Piero Fassino. L’ex sindaco e deputato del Pd ha tuonato contro la giunta grillina: “No alle Olimpiadi, No alla Tav, No al Salone dell’auto, No alle grandi mostre, No alle trasformazioni urbane. E peraltro le periferie, usate ieri strumentalmente per raccogliere consenso, oggi sono abbandonate a sé stesse. È la ‘decrescita felice’ teorizzata dal vicesindaco e che sta mortificando Torino, riducendola ad una citta piccola, provinciale e senza ambizioni. La sindaca Appendino ne tragga le conseguenze”.

Aggiornato il 12 luglio 2019 alle ore 14:04