
Tra Matteo Salvini e i pentastellati al governo si consuma l’ennesimo scontro. Stavolta, l’oggetto del contendere riguarda la questione migranti. Il sottosegretario grillino agli Esteri Manlio Di Stefano, ieri su Facebook ha attaccato frontalmente il ministro dell’Interno. “Nel tentativo di nascondere l’evidenza – ha scritto – qualcuno è arrivato ad attaccare direttamente i propri colleghi di governo inciampando in una gaffe dietro l’altra. Se vuoi fare tutto da solo e non passi mai la palla, se tieni lo sguardo fisso a terra senza accorgerti mai dei tuoi compagni, in porta non ci arrivi mai. Se ti senti Maradona e poi giochi come un Higuain fuori forma è un serio problema, perché di mezzo c’è il Paese. Non si può dire che è sempre colpa degli altri”.
La replica, ironica, di Salvini è arrivata oggi. “Si occupi di Esteri – ha detto il leader leghista – possibilmente senza gironzolare per il Venezuela. Se mi attacca per la mia forma fisica gli rispondo ‘omo de panza omo de sostanza’. Da milanista Maradona lo rispetto, ma se uno volesse attaccarmi dovrebbe dirmi ‘si sente come Van Basten o come Baresi?”.
Ma la polemica autentica tra Salvini e l’universo pentastellato riguarda, soprattutto, coinvolge, soprattutto, la ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Intervistata dal Corriere della Sera, sostiene che “la Marina continua ad assicurare i tradizionali compiti istituzionali di difesa dei confini marittimi, di salvaguardia degli interessi nazionali e di sicurezza della nostra comunità. Abbiamo ‘Mare Sicuro’, che arriva fino alle acque davanti le coste libiche”.
La ministra Trenta risponde al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che nei mesi scorsi aveva annunciato che l’Italia sarebbe uscita dalla missione europea Sophia, che prevedeva l’impiego delle navi militari per pattugliare il Mediterraneo. “Abbiamo – afferma Trenta – quattro navi già schierate, compresa Nave Caprera in porto a Tripoli per l’assistenza tecnica alla Guardia costiera libica. Ma l’operazione prevede fino a un massimo di sei unità, cinque mezzi aerei e un contingente di 754 persone”.
Per la ministra proprio l’intervento della Difesa poteva essere risolutivo per chiudere il “caso Mediterranea”. Quanto sta accadendo in questi giorni “si sarebbe potuto evitare. Lo avevo detto a Matteo Salvini: senza la missione Sophia torneranno le ong”.
Salvini risponde anche alla Trenta. “Al ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che ha criticato la scelta di uscire dalla missione Sophia replicano i numeri. Non rispondo alle polemiche. Il lunedì mattina mi alzo contento, altri un po’ nervosetti, problema loro”, ha aggiunto il ministro. La missione Sophia, con tutto il rispetto, recuperò decine di migliaia di immigrati e li portò tutti in Italia, perché questo prevedevano le regole della missione. Ditemi se il contrasto dell’immigrazione clandestina è recuperare decine di miglia di immigrati in giro per il Mediterraneo e portarli tutti in Italia. Già entro la settimana avremo un comitato per l’ordine e la sicurezza al Viminale su questo ed altri temi”.
Frattanto, la Chiesa da tempo s’interroga sul tema delle migrazioni, sfoderando attacchi nei confronti del ministro leghista. Per il gesuita padre Bartolomeo Sorge, “le misure sui migranti sono disumane e il decreto Sicurezza bis va contro la coscienza umana, ma non tutti lo capiscono”.
L’ex direttore di Civiltà Cattolica, intervistato da Repubblica, definisce l’azione della capitana della Sea-Watch 3, Carola Rackete, “eroica”, perché “di fronte a leggi disumane c’è sempre qualcuno che ascolta la voce della sua coscienza e si ribella. E spesso è costretto a farlo da solo”. Questa voce, secondo padre Sorge, “non può essere repressa da nessun dittatore. Va sempre controcorrente e porta a compiere atti di eroismo. La povera Carola ha fatto un atto di eroismo mettendosi contro tutti e smascherando l’errore complessivo della legge”.
Il quotidiano diretto da Carlo Verdelli ha sentito Patrick Gaspard, presidente della Open Society Foundations. “Criminalizzare la Sea-Watch e le ong – sostiene – è tipico dei regimi autoritari. Ho visto lo stesso copione in Ungheria, in Russia o in Turchia, dove governi illiberali stanno esercitando enormi pressioni su gruppi umanitari, sia dal punto di vista legislativo sia politico”.
Gaspard precisa che “la fondazione non garantisce sostegno finanziario alle organizzazioni che conducono operazioni di salvataggio nel Mediterraneo ma apprezziamo questi sforzi umanitari e condanniamo i tentativi di criminalizzare le attività di chi cerca di salvare vite umane”. Sul fatto che in Italia ci sia una forte retorica contro George Soros (fondatore di Open Society) da parte di entrambi i partiti di governo, Lega e Movimento 5 stelle, Gaspard replica: “Come in altri paesi europei, l’estrema destra e i partiti populisti usano l’immagine di George Soros per attaccare gruppi vulnerabili e chiunque denunci la corruzione e gli abusi di potere”.
Aggiornato il 08 luglio 2019 alle ore 14:05