
Qualche settimana dopo la liberazione, seguita al pagamento di un riscatto, Paolo Bulgari disse che quello dei rapimenti era un business e se lo si voleva sconfiggere era necessario renderlo antieconomico. Non fu ascoltato e accadde il peggio con Barbara Piattelli.
Dopo le parole di Carola Rackete, il bis della Mediterranea e il tris della Alan Kurdi, è chiaro che quello dei migranti e le Ong è un business per fermare il quale occorre individuare chi finanzia i salvataggi e perseguirli insieme a chi li esegue. Perché, come scriveva qualcuno, “una buona intenzione non rende mai lecita un’azione illecita”.
Quanto agli inviti rivolti dalla signorina Rackete ai giovani a seguire le sue orme la si tratti per come va definita: istigazione a delinquere. Almeno fino a quando rimarranno in vigore le attuali leggi italiane. E ciò nonostante l’avviso contrario di qualche magistrato, il cui orientamento farà aumentare nel Paese la sfiducia nella giustizia e il desiderio di riforme dell’ordinamento giudiziario in senso “sovranista”. Tante cose sono strane.
I protagonisti di questi salvataggi sono sempre più spesso giovani donne, i natanti sono barche moderne sempre in perfetta efficienza (la Mediterranea appare addirittura lussuosa). Queste barche fanno manutenzione regolarmente e sembrano seguire un giro macchina frutto di ottima organizzazione marittima. Gli equipaggi sono formati da professionisti che conoscono bene il Mediterraneo ed i punti esatti dove intercettare i natanti in difficoltà. Con una puntualità sempre più sospetta.
I capitani delle navi Ong sembrano seguire un protocollo di intercettazione, salvataggio e scelta del porto di attracco unico: Lampedusa. Il rifiuto di dirigersi su Malta della Alan Kurdi, poi rientrato, ha svelato il perché Lampedusa sia, per le Ong, l’unico porto sicuro dove sbarcare i clandestini. Il mondo pensa e le Ong dimostrano che in Italia, paese cialtrone, le leggi possono essere violate impunemente mentre a La Valletta no.
Matteo Salvini si batte e si sbatte come un forsennato: sul punto ha con sé grande parte del Belpaese, ma in Italia non basta. Burocrazia e Magistratura sono poteri indipendenti autonomi e irresponsabili. La prima perché è un mutante, che invoca il principio di legalità quando il Governo la richiama all’ordine e si definisce braccio esecutivo del Governo quando il Parlamento tenta di metterla in riga. La seconda perché la soggezione alla sola legge e il diritto di interpretare le norme secondo il libero e personale convincimento del singolo giudice la rende libera fino all’arbitrio. Nemmeno la Cassazione può nulla perché da noi, grazie ad una Costituzione scritta contro e non per e dire superata è eufemistico, il “precedente” conta quanto il 2 di coppe quando regna bastoni a briscola.
Ci lamentiamo perché in Ue ci trattano come paria, perché Merkel e Sarkozy, prima e oggi Macron ci irridono, perché i titolari degli organismi politici Ue ci snobbano. Hanno forse torto? Come avrebbe risposto la Francia se la polizia italiana avesse usato comportarsi al confine di Ventimiglia come faceva la francese? Abbiamo un governo che non si fa rispettare, perché siamo un popolo che non si fa rispettare. Ci siamo già dimenticati cosa ha fatto la Francia di Sarkozy (con l’appoggio di tutta la gauche) per il rifiuto Eni di farla entrare alle “sue” condizioni nella concessione libica sul gasdotto conclusa dall’Italia con Gheddafi? Ha mandato i bombardieri con la scusa che lì c’era un tiranno sanguinario.
Le conseguenze della cosiddetta Primavera Araba (figlia della politica estera di Obama) le paghiamo ancora, soprattutto noi italiani in Libia, Tunisia ed Egitto. Non solo con l’immigrazione clandestina ed il ricatto del via libera all’esodo. Il sogno di tutte le Ong.
Aggiornato il 08 luglio 2019 alle ore 13:33