
Ministro, viene da chiedersi a cosa serva quel 37 per cento visto che non passa giorno senza una sconfitta, una smentita, un arretramento, un fatto che dimostri il suo isolamento nell’Esecutivo.
Del resto, ci scusi Salvini, lei non poteva non sapere chi fossero i grillini, avrà mica subito una sorta di lavaggio del cervello per dimenticare che tifassero falce e martello e che fossero veterocomunisti, lei ha fatto un governo con la sinistra culturalmente peggiore. L’obiettivo dei pentastellati è di farle prendere schiaffi morali, essere smentito, ecco perché si permettono di sbeffeggiarla con Maradona, solo per citare Di Stefano, illustre sconosciuto che pure trova spazio ed è ascoltato.
Per lei, Salvini, questa alleanza è una partita persa, sull’immigrazione poi non ne parliamo, la stanno isolando apposta, ma non lo sente il silenzio dei suoi alleati? Si chieda come mai, rifletta invece di lamentarsi. Lei sta passando da una figuraccia all’altra, impone divieti che non funzionano, garantisce espulsioni che non avvengono, assicura blocchi che non scattano, attacca i giudici che se ne buggerano, ci sarà un motivo?
Sia chiaro, noi stiamo solo offrendo una riflessione politica sul tema, le ricordiamo che non può esserci risultato senza un governo coeso e sintonizzato, la forza di un esecutivo è l’unità d’intenti, esattamente quello che a lei fanno mancare.
Ecco perché ci chiediamo a cosa serva quel 37 per cento se non passa giorno senza una sconfitta, la Flat tax più la promette e più diventa barzelletta, l’autonomia gliel’hanno congelata, sulla giustizia siamo al contentino e forse meno, della “Fornero” non se ne parla, serve altro? Come fa lei a non capire che per i grillini c’è solo una via d’uscita, metterla in difficoltà, isolarla, puntare al dopo, a una coalizione con la sinistra unita, è su questo percorso che si stanno muovendo e per questa ragione la stanno emarginando.
Dentro il governo a parte i suoi ministri, lei si ritrova contro un plotone politico d’esecuzione tra grillini e quirinalisti, premier compreso, la lasciano parlare poi non la seguono, oltretutto è sempre e solo lei ovunque, in tv, sui giornali, è troppo esposto. Guardi Salvini, ha solo un jolly da giocare e subito, prima che la incartino del tutto, perché in questo Paese la sinistra conta eccome, i cattocomunisti poi non ne parliamo, lei deve, rompere e andare al voto.
Del resto si guardi intorno, dove sta l’informazione? La chiesa? La magistratura? La cultura cosiddetta benpensante? I grandi burocrati e i sindacati? Secondo lei pensano ai grillini guardando al dopo oppure pensano a Salvini? Lei, insistendo con la sua testa dura, corre il rischio di finire male questa avventura, di finire impacchettato e rispedito al mittente, ripassi la storia dell’Italia dal 1993 ad ora, lo faccia che è importante. Come è importante che la smetta di pensare di poter vincere da solo o con accanto la meloni e basta, per cambiare l’Italia cattocomunista serve un’area grande, molto vasta, forte e liberale, altrimenti stia sicuro che finisce male.
Qui non si tratta di tirare in ballo Silvio Berlusconi, Toti o chiunque sia, si tratta di un progetto culturale per un’Italia riformata come non è mai successo; ecco perché la sinistra domina ancora, perché ha impedito riforme e cambiamento, questa è stata la sua forza, che nemmeno il Cavaliere ha sconfitto. Salvini, lei deve superare il centrodestra, non da solo come don Chisciotte, ma mettendo assieme un grande movimento liberale, laico, repubblicano, federalista, presidenzialista, solidale, antistatalista, a favore dello sviluppo, del lavoro e della produzione, che cambi il sistema e la Costituzione.
La cultura che è mancata al nostro Paese non è quella leghista del sovranismo ottuso, è quella liberale, contraria al socialismo reale, all’assistenzialismo statale e sindacale, alla spesa senza fare impresa, ai diritti senza i doveri, al cattocomunismo fatto religione tale per cui paga sempre pantalone.
Aggiornato il 08 luglio 2019 alle ore 11:32