
Giovanni Toti e Maurizio Gasparri si confrontano, a distanza, sul futuro di Forza Italia. Hanno due idee diverse di partito. Il presidente della Regione Liguria, si muove da leader in pectore, e vuole letteralmente “bombardare il quartier generale”. Il senatore forzista è più cauto. Lancia moniti e manifesta preoccupazione rispetto al destino dell’intero centrodestra italiano, nell’epoca del governo gialloverde.
Il governatore e coordinatore del partito, oggi su La 7, ha parlato della sua “battaglia per cercare di allargare di nuovo il mondo del centrodestra. Se Forza Italia generosamente presterà la sua piattaforma politica, cioè quello che resta del partito, per allargarsi, tornare a fare una sorta di grande Pdl, penso che possa dare il suo contributo”.
Dunque, Toti propone un ritorno al passato. Il Popolo della Libertà, infatti, è stato un grande contenitore del centrodestra che, al suo massimo storico, nelle elezioni politiche del 2008, è risultato il partito più votato, con il 37,4 per cento dei voti. L’ennesima creatura berlusconiana.
Per Toti, “bisognerebbe smetterla di occuparci di che cosa succede dentro Forza Italia. Bisognerebbe occuparsi un po’ di più di cosa succede fuori, la maggior parte del mondo che Forza Italia pretende di rappresentare oggi non è in quelle stanze, è totalmente altrove”.
Il governatore è convinto che Forza Italia debba “cambiare sé stessa. Fare una rivoluzione culturale, ‘bombardare il quartier generale’ in qualche modo. Deve mettere in discussione tutto e tutti a partire dalle idee e dalla classe dirigente. Cambiare e allo stesso tempo confermare gli attuali assetti, le politiche e le persone, è un ossimoro politico, per cambiare qualcosa deve cambiare. Pretendere che si abbiano risultati diversi da comportamenti uguali a quelli che nel passato ci hanno fatto naufragare, diceva Einstein, è il primo passo verso la follia”.
Secondo Toti, per restare in Forza Italia, “certo che ci devono essere le primarie. Se Berlusconi dice no? Aspettiamo che lo dica, non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Se abbiamo tante persone che se ne sono andate dal nostro condominio e vogliamo riportarla dentro, la cosa minima che possiamo dirgli è ‘venite in assemblea di condominio e dite la vostra’, non possiamo mandargli il bollettino delle spese condominiali e poi dire che non contano nulla, decidiamo noi”.
Toti annuncia che nel corso della giornata incontrerà proprio il leader del partito. “Più tardi vedrò il presidente Berlusconi”. All’incontro, previsto nel pomeriggio a Roma, parteciperà anche la vicepresidente della Camera e altra coordinatrice di Forza Italia, Mara Carfagna. “Sarà il momento della verità? Nei partiti e in democrazia è sempre quando parlano gli elettori, non quando chiacchierano i politici. Il momento della verità sarà quando si deciderà cosa fare del centrodestra”.
Intanto, domani, alle 14.30, al Teatro Brancaccio di Roma, Toti organizza la convention fondativa del suo movimento, “L’Italia in crescita”.
“Domani a Roma – ha sottolineato il governatore – dovete aspettare tanta gente che vuole cambiare questo centrodestra, che vuole ricostruire un centrodestra che ambisca a tornare a governare questo Paese, con delle ricette nuove e adeguate ai tempi, dopo sette anni di crisi, dopo una globalizzazione che ha colpito duramente la classe media”.
A Toti replica Maurizio Gasparri, uno dei plenipotenziari del partito. “Chi fa scissioni – attacca il senatore forzista – finisce sempre male. Sbaglierebbe Toti se desse luogo a un nuovo soggetto politico destinato, visto l’andamento della nostra area, a risultati ben magri. Ma sarebbe un errore sottovalutare le questioni che sono sul tappeto. Berlusconi, nominando nei giorni scorsi due coordinatori, ha voluto aprire una fase di rinnovamento e di partecipazione. Sotto la sua guida, con un suo ruolo indispensabile di riferimento presente e futuro di Forza Italia, bisogna andare avanti”.
Per Gasparri, “senza divisioni, senza frammentazioni, senza avere paura di un confronto che si basi sui progetti e sulla partecipazione. Del resto, oltre ai due coordinatori, altre personalità importanti di Forza Italia hanno annunciato l’intenzione di candidarsi, prima ancora che si definissero date, tempi ed eventuali regole. E questo può essere stato un errore, ma l’esigenza di coinvolgimento è importante”.
Per il senatore, “bisogna fare di tutto per evitare divisioni, per dar luogo a un confronto interno che selezioni idee e, perché no, classe dirigente. Premiando chi ha radicamento ed energie reali rispetto a posizioni di rendita. Di Forza Italia c’è assoluto bisogno, di un partito di centrodestra alternativo alla sinistra ma dotato di una forte e sana cultura di governo. Chi lo volesse dividere sbaglierebbe, chi immagina di congelarlo sbaglierebbe altrettanto”.
Aggiornato il 05 luglio 2019 alle ore 13:03