
In sintesi. Il neo-eletto presidente del Parlamento europeo è del Pd mentre la consultazione di fine maggio ha visto la Lega essere il partito più votato in Italia: ma che democrazia è?
Già così l’affermazione farebbe sorridere se non fosse che la sintesi di cui sopra è da attribuire al ministro (?) degli Interni Matteo Salvini, il quale dimostra, a distanza di più di un mese da quelle elezioni, di non aver ancora capito che l’assise parlamentare da eleggere non era quella italiana ma quella dell’intera Europa, dove i risultati hanno certificato che la maggioranza è ancora in mano a Popolari e Socialisti. A questi ultimi due schieramenti spetta quindi il compito di individuare il presidente del Parlamento e David Sassoli è stato per questo prescelto anche per le sue competenze. Chi lo ha indicato sono stati i socialisti europei, gruppo del quale fa parte anche il Pd (è vero!) e che, insieme al Ppe, ha la maggioranza a Strasburgo. A differenza della Lega e, soprattutto, del Movimento 5 Stelle che ancora non ha neppure trovato alcun tipo di compagno di cordata e di gruppo.
A noi piace immaginare un Salvini che, particolarmente accaldato a causa di un inclemente clima estivo, altro non sa fare che selfie a favore di telefonino e per adepti plaudenti a prescindere. E lo vogliamo, per questo, anche giustificare perché se non parla di immigrazione è portato a dire castronerie (vedi abolizione accise sui carburanti “al primo Consiglio dei ministri”): non che sugli sbarchi dall’Africa abbia le idee chiarissime, ma per qualche voto in più si fa di tutto.
Aggiornato il 05 luglio 2019 alle ore 11:33