Bonafede annuncia la riforma della giustizia “entro dieci giorni”

Alfonso Bonafede parla delle dimissioni di Riccardo Fuzio e annuncia la riforma della giustizia “entro dieci giorni”. Ieri, il procuratore generale della Cassazione ha lasciato la magistratura. Dopo il suo coinvolgimento nella vicenda di Perugia e nel caso Palamara, ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Secondo il ministro della Giustizia, da parte di Fuzio c’è stato “un gesto di grande responsabilità. La collaborazione è stata fin dall’inizio sempre molto virtuosa e anche nell’azione disciplinare che era stata portata avanti c’era stata grande lucidità e tempestività. Prendiamo atto di questo suo passo molto importante”.

Per la riforma del Csm, “i tempi sono strettissimi”. Il ministro grillino conta “di portare in Consiglio dei ministri, nell’arco dei prossimi dieci giorni, tutta la riforma della giustizia: processo civile, processo penale e anche la riforma del Csm”.

“La riforma – anticipa Bonafede – riguarderà non solo il Csm. Ma tutta la magistratura. Quali sono le dinamiche al suo interno, sia per l’accesso sia per gli avanzamenti di carriera, affinché ci sia un perimetro blindato di meritocrazia che non possa essere scalfito dal correntismo, che ha portato a quello che tutti abbiamo visto”.

Per il Guardasigilli, “ci saranno delle novità molto importanti perché anche sul Csm bisognerà intervenire con determinazione in vista di una maggiore tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura”.

Bonafede sostiene che la magistratura sia “di qualità altissima. È giusto tutelarla. Tutelare i tanti magistrati che ogni giorno portano avanti la macchina della Giustizia. Voglio chiarirlo: questa non è una riforma che chiedono soltanto i cittadini, ma anche tutti i magistrati bravissimi che ogni giorno lavorano con grande fatica, passione e, in alcune parti del nostro Paese, anche con grande coraggio”.

Frattanto, va in scena la polemica tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e l’Associazione nazionale magistrati, a partire dalla vicenda Sea-Watch. “Se il ministro ha in mente un sistema in cui il giudice decide secondo le aspettative della maggioranza – sostiene il presidente della Anm Luca Poniz – questo è fuori dal sistema costituzionale. Questa non è una riforma, ma uno stravolgimento dei principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale. E una riforma così non può esistere”.

Poniz, intervistato da Radio anch’io, su Radio Uno, sostiene quanto sia “stravagante che sino a qualche giorno fa il magistrato politicizzato era il procuratore di Agrigento e ora il nemico sia diventato il giudice. Quando il procuratore Patronaggio ha presentato la richiesta di convalida di arresto della capitana della Sea-Watch e ha fatto la cosa giusta, secondo la stessa politica che prima lo attaccava, è diventato un magistrato che non fa politica, ma diritto”.

Salvini replica all’Anm che ha criticato le accuse da lui rivolte ai magistrati sul caso Sea-Watch. “Non ho nemici – afferma il vicepremier leghista – solo alleati per la difesa della legalità, della sicurezza e del benessere del mio Paese. E attentare alla vita di militari italiani non è qualcosa che può rimanere impunito”.

Aggiornato il 05 luglio 2019 alle ore 16:34