
Che Matteo Salvini esca sconfitto dalla scriteriata scelta di governare coi grillini oramai è chiaro, lampante. Per carità non è solo, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte lo seguono a ruota, tanto è vero che il successo di cui parla il premier è un miraggio, come l’anno bellissimo, il semestre da faville, non ci sarà manovra correttiva. Conte infatti sa bene, come lo sappiamo tutti, che la procedura è solamente congelata e a caro prezzo, perché non solo abbiamo corretto i conti, ma offerto il silenzio sulle nomine assegnate in seno alla Ue. Insomma, è ovvio che la nostra posizione esca indebolita rispetto a prima; già contavamo poco e adesso ci avviamo al niente.
Sia chiaro, nulla di personale verso il neo presidente David Sassoli, ma la sua linea è evidentemente opposta a quella di Salvini e, seppure in misura minore, anche dei grillini. Se poi come appena eletto, ha dichiarato, riuscisse a cambiare Dublino e il suo trattato, la sconfitta della Lega sarebbe totale, sull’immigrazione Salvini risulterebbe stritolato, tra l’efficienza precedente di Marco Minniti e la modifica ottenuta da Sassoli sul principio “del primo approdo”.
Per farla breve, ogni merito sul miglioramento del tema immigrazione andrebbe al centrosinistra, che ha aperto la stagione dei controlli con Minniti e chiuso la partita a favore dell’Italia, con la modifica dei patti di Dublino. Come se non bastasse, anche su tutto il resto Salvini e compari escono a pezzi, perché la procedura congelata tornerà in campo in autunno con la finanziaria, la correzione attuale di 8 miliardi, infatti, nulla c’entra con gli altri 40 che serviranno per coprire l’Iva e il resto.
Dunque le promesse che il capo della Lega continua ad elargire andranno a farsi friggere come le precedenti, altro che flat tax, riforma della giustizia, cancellazione della Fornero e così via. A distanza di un anno tranne che guai non s’è visto nulla, anzi le tasse salgono, il pil scende, la giustizia è nel caos, in Europa siamo un flop, i barchini arrivano, le Ong pure, il sud è esasperato, sviluppo e investimenti sono una chimera. Fa ridere dunque parlare di successo sulla procedura, sullo spread in discesa, sulla Borsa in ripresa, si tratta di un fenomeno solo conseguente all’allentamento temporaneo delle tensioni, un rally estivo insomma, ce ne accorgeremo in autunno quando faremo i conti veri e non di aggiustamento.
Certo, rimane l’inspiegabile raddoppio elettorale della Lega, ma anche qui siamo convinti che in mancanza di una scelta di Salvini sul governo, i tanti voti finirebbero nel fuoco dell’inferno, gli elettori mica sono cretini. Ecco perché torniamo al dunque, se il ministro dell’Interno avesse a cuore il futuro del Paese, la crescita, le riforme del fisco, della giustizia, della burocrazia, del lavoro e dell’autonomia, dovrebbe strappare, chiedere il voto, presentarsi con il centrodestra unito al giudizio dell’elettorato, adesso. Allora sì che sarebbe una musica diversa, altra stagione, altra coesione, altra alleanza e una maggioranza che dai numeri sarebbe schiacciante, a prova di bomba, per questo diciamo che Salvini è ipnotizzato dai grillini.
Talmente ipnotizzato da non capire che mentre persiste, dietro le quinte i pentastellati, i cattocomunisti autorevolmente tutelati, il PD, i radical chic, gli intellettuali falce e battello, gli stanno preparando un pacco bello.
Aggiornato il 04 luglio 2019 alle ore 13:59