Ue, Conte: “Se l’Italia non partecipa è offesa ai cittadini”

Giuseppe Conte è impegnato a Bruxelles nel Consiglio europeo sulle nomine al vertice dell’Unione europea. Il timore del premier è che l’Italia resti pericolosamente fuori dai giochi. “Ieri – sostiene Conte – abbiamo cercato di far capire ai nostri colleghi che dobbiamo decidere tutti e non possiamo avviare una legislatura sulla base di decisioni prese da un blocco precostituito. Ho spiegato ai miei omologhi e ai leader che l’Europa è a 28 non a due, tre o quattro o a blocchi”.

Conte promuove l’importanza del nostro Paese. “Io rappresento tutti i cittadini italiani e se l’Italia non partecipa alle decisioni l’offesa non è al presidente del Consiglio, ma a milioni di cittadini italiani che hanno votato”.

Per il premier, “oggi siamo consapevoli di potere partecipare tutti alle decisioni. Vogliamo dare il nostro contributo per personalità forti che abbiano una visione strategica e puntino molto alla crescita e al benessere dei cittadini europei ed italiani. Il criterio dell’affiliazione politica non può essere assorbente. Il problema non è nuovo o vecchio ma visione strategica e capacità. Dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo”.

Conte rivendica l’esito della mancata nomina di Frans Timmermans alla presidenza della Commissione Ue. “Abbiamo ottenuto – sottolinea – il risultato di bloccare ieri la nomina di Timmermans alla Commissione sulla base di un’intensa attività diplomatica: occorrevano almeno otto Paesi per creare un blocco, ma è scorretto dire che abbiamo fatto strategia o asse con i Paesi di Visegrad. L’Italia ha fatto asse con altri dieci Paesi con cui abbiamo sensibilità diverse: tra di loro c’è Visegrad ma non c’è un’alleanza precostituita”.

Il premier auspica che la presidenza venga assegnata ad una donna. “A me piacerebbe un presidente della Commissione donna”, ammette. In ogni caso, “dobbiamo individuare personalità che sappiano rinnovare il sogno europeo, che abbiano una chiara visione e sappiano esprimerla con coraggio, evitando di rifugiarsi nella angusta logica dell’austerity o di affidarsi al primato della finanza. Vogliamo personalità che mettano al centro la crescita, i cittadini, le persone”.

Angela Merkel e Mario Draghi “sono due persone che io stimo, ma che personalmente mi hanno detto di non essere disponibili a essere nominati al vertice dell’Ue”.

Aggiornato il 02 luglio 2019 alle ore 11:50