
Sull’Autonomia prosegue la prova di forza tra alleati di governo. Leghisti e pentastellati si contrappongono a colpi di dichiarazioni, distinguo e invettive. Il grillino Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali, intervistato dal Corriere della Sera, sostiene di avere “studiato il testo. E, poiché non viviamo di annunci, ma di lavoro, possiamo dire che porta a tagliare le risorse al Sud, o addirittura a far aumentare la spesa pubblica, il che non va bene. Quella bozza prevede decisioni in antitesi rispetto alle esigenze di creare efficienza”.
Buffagni sottolinea che con l’impostazione leghista “condanneremmo una parte del Paese a non crescere. È una mossa suicida e sono certo non lo vogliano. Dobbiamo aiutare chi è indietro ad arrivare al livello di chi sta meglio”. Salvini punta a favorire le regioni a trazione leghista? “Sono certo di no – risponde – ma non so se Salvini abbia letto bene il testo. Quella proposta aumenta i trasferimenti al Nord a discapito del Sud, o in alternativa facendo aumentare la spesa pubblica. Prospettiva a dir poco inopportuna per l’Italia oggi”.
Il sottosegretario invita gli alleati leghisti a lavorare assieme: “Bisogna decidere insieme l’impianto economico e finanziario, per evitare storture. E sulla scuola non ci siamo proprio”, “il testo non è pronto per un’intesa, ma io penso che gli errori si possano risolvere con un lavoro unitario, perché il tema è nel contratto di governo”.
Attilio Fontana, presidente leghista della Regione Lombardia, sempre sul Corriere, afferma che “il premier Giuseppe Conte si farà garante del percorso che porterà all’Autonomia. È una persona seria. L’ha dimostrato con quello che ha detto oggi e con quello che mi aveva detto mesi fa quando, qui in Lombardia, mi ha assicurato che il processo che avrebbe portato all’autonomia sarebbe arrivato in porto. Ripeto, mi fido ma a una condizione, che finisca questa sorta di melina e questa serie di finzioni che hanno ammorbato la situazione”.
Fontana non teme un’alleanza Pd-Cinque stelle contro l’Autonomia. “Sarebbe curioso – sottolinea – visto che un loro importante presidente di Regione, Stefano Bonaccini, governatore dem dell’Emilia Romagna, sta lottando per ottenere l’applicazione dell’Autonomia. Se così fosse vorrebbe dire che le forze reazionarie stanno cercando di prendere il sopravvento: quelli che non vogliono mettersi in gioco, che non vogliono guardare avanti, che temono che con la responsabilizzazione vengano allo scoperto le loro magagne”.
Per la viceministra all’Economia Laura Castelli, “dobbiamo sbrogliare i punti sottolineati nella relazione” del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi e trovare una soluzione che dia voce alle richieste che hanno espresso i cittadini di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con il referendum, mettendo in sicurezza la finanza pubblica e l’unità del Paese”.
Intervistata dal Messaggero, la Castelli sostiene che si debbano “superare alcune questioni reali che non sono capricci e si può continuare a lavorare sui testi del ministro Stefani. L’obiettivo è quello di chiudere: stiamo individuando i punti di caduta sui rilievi tecnici. L’aumento della spesa pubblica c’è in tanti casi, se si propone il costo medio quello è un criterio che la aumenta. Significa che se oggi in una regione che chiede l’Autonomia si spende 80 e in una regione ordinaria 120, a quella che chiede l’Autonomia dai 100 e a quella ordinaria dai 20 in meno, se devi tenere i conti in ordine. L’unico modo per tutelare l’efficienza e il fabbisogno è quello di utilizzare i costi standard, perché è un criterio che garantisce l’unità nazionale, la tutela delle diversità territoriali e che qualifica la spesa nella sua efficienza”.
Intanto Luca Zaia, presidente leghista della Regione Veneto, dichiara di apprezzare le “parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Perché penso che sia utile da parte sua e faccia bene ad avocare a sé la pratica, che, se non ha una direzione, rischia di restare una pallina impazzita in un flipper”.
Per Zaia, “la situazione a tratti è imbarazzante. Sento membri della maggioranza fare affermazioni dalle quali si capisce chiaramente che non hanno letto le carte neanche minimamente. E quindi posso dire che non ci sarà mai nessun cadavere di Di Maio, perché il sud non sarà mai danneggiato. Noi non stiamo chiedendo nulla di trascendentale: chiediamo semplicemente che Roma ci dia alcune materie da gestire direttamente in Veneto, trasferendoci l’uguale importo che vi destina. Lo chiediamo perché crediamo di essere più efficienti, come testimonia ad esempio la sanità. E se ci sono posti in cui le cose funzionano e altri no, non è certo colpa dell’autonomia”.
Secondo il presidente della Camera dei deputati, il grillino Roberto Fico, “è importante, fondamentale che le Camere, il Parlamento su questa questione siano assolutamente centrali, perché quando trasferiamo funzioni legislative alle Regioni non lo si può fare esclusivamente tramite intesa tra governo e regioni”.
Aggiornato il 28 giugno 2019 alle ore 15:20