
Evviva! Abbiamo vinto! Abbracci, baci, salti di gioia. Una folla di austeri signori in abito scuro e di signore con tolette ricercate sembrava impazzita. Abbiamo vinto! Abbiamo vinto!
Chi si accontenta gode, dice un antico proverbio. Ma c’è chi pensa che dimostrando o simulando di godere si possa in qualche modo ottenere qualcosa di cui accontentarsi.
Gridavano, ridevano, si abbracciavano quei signori, tutti con cariche ed incarichi, tutti abituati a fare sfoggio dell’arte delle mezze parole, tutti, da tempo, abituati a prendere legnate nell’esercizio delle loro funzioni. Non era mai avvenuto che l’assegnazione della sede di Giuochi olimpici, e tanto più di quelli “invernali” che sono cosa un po’ meno mastodontica di quelli “normali”, estivi, fosse salutata con tanto impegno nel dimostrarsi pazzi di gioia, felici, fieri, appagati, soddisfatti della vita.
C’era qualcosa di falso in quella bagarre di felicità per l’assegnazione a Milano-Cortina della sede dei Giuochi olimpici invernali del 2026. Quei signori solitamente austeri che sembravano la tifoseria di una squadra di calcio che ha fatto un bel goal, impegnati a mostrarsi allegri e felici come non mai erano e sono, in realtà esponenti di un Paese che sta vivendo momenti di deprimente e poco gloriosa crisi, che sta subendo l’onta di essere dichiarato in stato pre-fallimentare, un Paese in cui i conti dello Stato sono contestati e ritenuti più o meno fasulli, come quelli di un bottegaio semifallito.
Chi si accontenta, gode. Ma chi si impone di godere per far finta di aver ragione di essere contento è giunto a rischiare il fondo del barile. Ci vuole altro che l’assegnazione dei Giochi olimpici del 2026. Bella cosa, ma che costeranno più di quanto possano rendere e imporranno lavori di cui ci troveremo in ritardo. Infrastrutture (come la Tav) stoltamente a lungo rifiutate. Chi vivrà, vedrà. Vedrà le angosce dei ritardi, della corruzione, degli errori. Del denaro che non basta. Voglio portare male? Nossignori. Non voglio unirmi agli stolti.
Se non ci liberiamo presto da questa classe dirigente (si fa per dire) di buffoni dilettanti senza diletto, arruffapopoli sballati, basterà poco perché anche la preparazione dei Giochi invernali del 2026 diventi un campo di battaglia per lo scontro di sconce stoltezze contrapposte. Allegri! Allegri! Allegri un cavolo.
Aggiornato il 26 giugno 2019 alle ore 17:39