La Sea-Watch 3 fa rotta verso Lampedusa e scatena il panico

“Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”. Con queste parole la comandante della Sea-Watch 3, Carola Rackete, ha sfidato non solo il governo italiano ma la stessa Europa. La nave è ufficialmente entrata in acque italiane e si dirige verso Lampedusa. La Ong lamenta che in 14 giorni “nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra comandante non ha scelta”. 

Il ministro Matteo Salvini ha subito lanciato la sua risposta via Facebook: “Chi se ne frega delle regole ne risponde, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea-Watch 3 che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi”. E aggiunge: “Se qualcuno pensa che le leggi siano barzellette pagherà fino in fondo. L’immigrazione - dice ancora - non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. L’Europa? Assente, come sempre”.

Questo l’unico punto che unisce il nostro ministro degli Interni e la capitana della Sea-Watch 3: la totale assenza dell’Europa che della questione dell’immigrazione pare proprio non volerne sapere. Nonostante le varie dichiarazioni tra cui quella di essere “in contatto con vari Stati membri” per attuare il “ricollocamento per le persone che si trovano a bordo della Sea-Watch 3”. Ma solo una volta che saranno sbarcati.

Strasburgo aveva negato il permesso di sbarco in Italia. Allo stesso tempo, però, la Corte europea dei diritti delluomo nella sua decisione, faceva sapere di contare “sulle autorità italiane affinché continuino a fornire l’assistenza necessaria alle persone a bordo di Sea-Watch 3, che sono vulnerabili a causa della loro età o delle loro condizioni di salute”.

“Io non do autorizzazione allo sbarco a nessuno, non la do e non la darò mai, nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi sfruttando decine di disgraziati e fregandosene delle leggi di uno Stato. I governi di Olanda e Germania ne risponderanno, sono stufo”, tuona ancora Salvini che poi annuncia: “Schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra”.

Ed infatti le motovedette della Guardia di finanza hanno lasciato il porto per intimare l’alt all’imbarcazione. Ma la nave continua la sua rotta verso il porto.

Ora rimane da vedere se e cosa farà l’Europa. Intanto sono quasi immediate le reazioni della politica italiana. Giorgia Meloni afferma: “A norma di diritto internazionale, questo significa che la Sea-Watch 3 è una nave che deve essere sequestrata che l’equipaggio deve essere arrestato che gli immigrati che sono a bordo devono essere fatti sbarcare e rimpatriati immediatamente e che la nave deve essere affondata come accade per le navi che non rispettano il diritto internazionale”.

Luigi Di Maio, da parte sua, chiede l’intervento dell’Ue; all’Ansa ha dichiarato: ”L’Europa deve svegliarsi, ecco cosa penso. Penso che l’Europa debba aprire gli occhi, fare un tavolo e rivedere Dublino perché non è possibile che tutti i migranti continuino a sbarcare in Italia. Non abbiamo bombardato noi la Libia.

All’opposizione, alcuni deputati sono pronti a partire per Lampedusa per mostrare solidarietà all’Ong e ai migranti a bordo. Come il radicale Riccardo Magi, appena arrivato sull’isola: “Sono appena arrivato a Lampedusa per seguire da vicino, come parlamentare, l’evolversi della situazione e testimoniare vicinanza alle vittime di quella che è ormai una farsa di Stato disumana e sadica. L’ingresso della Sea-Watch 3 nelle acque territoriali italiane è l’unico esito coerente con il senso di umanità e con le norme internazionali e nazionali sul salvataggio della vita in mare. Con il tempo ciò emergerà con chiarezza”.

Aggiornato il 26 giugno 2019 alle ore 17:57