
Caro ministro, ma lei sta capendo come sia messo il Paese dopo un anno di governo, o davvero preferisce fare, come diceva Manzoni ne “I Promessi Sposi”, l’indiano.
È vero, lei ha raddoppiato i consensi, ha conquistato le copertine di mezzo mondo, ha dato spunto a libri sulla sua vita, insomma è diventato una star internazionale mentre l’Italia va male. Ecco perché le chiediamo se ne sia valsa la pena, oppure se preferisca fare il “nesci”, lo gnorri, l’indiano.
Perché veda ministro, noi non sappiamo quali numeri le fornisca Claudio Borghi, ma i nostri parlano chiaro, mentre lei miete consensi, la situazione s’è fatta pesante e gli italiani prima o poi lo capiranno, a proposito di voti. Il Pil arretra, il volume dei redditi diminuisce, la velocità di circolazione della moneta frena, i consumi stagnano, gli investimenti pure e il credito bancario è latitante, in Europa siamo isolati e sotto procedura. I soldi pubblici non ci sono e quelli privati restano bloccati per l’insicurezza, la paura dei mercati, l’instabilità, la burocrazia e l’assenza di prospettive e di sviluppo; manca la certezza del ritorno. In questo Paese restano le file, le attese agli sportelli, le carte bollate, resta il terrore di incappare in qualche ufficio pubblico, il timore di fare una domanda senza la certezza di una risposta.
Veda Salvini, ci faccia dire che in un anno non solo non è cambiata una virgola, ma è aumentata la preoccupazione, perché la sua alleanza coi grillini crea inquietudine, patrimoniale, pauperismo, giustizialismo, blocco delle infrastrutture, dell’intrapresa. Qui non si tratta solo della Tav, si tratta dell’Ilva, dei termovalorizzatori, dell’Alitalia, delle multinazionali che chiudono, si tratta della sciocchezza con la Cina, del ponte di Genova che è fermo.
Caro ministro, si tratta di porti, di aeroporti, di un piano industriale che non c’è, di un indirizzo di politica dello sviluppo che manca, dell’assenza totale di una strategia di sistema Paese. Lei si rende conto che di tutte le promesse si è realizzato poco e niente, che i grillini le hanno impedito e le impediscono di fare, guardi che la cancellazione della Legge Fornero è una presa in giro, che il blocco degli sbarchi è parziale, perché i barchini arrivano eccome. Delle espulsioni poi non ne parliamo, scusi ministro, ma lei che sta sempre in giro ma cosa vede? Si è reso conto dei parchi, dei giardini, delle periferie, dei sobborghi, degli accampamenti, oppure siamo noi?
Per non parlare del fisco, è vero ha copiato Matteo Renzi con la rottamazione, peraltro complicandola non poco, ma di Equitalia che dice? Delle multe, sanzioni, delle procedure che fanno strame dei diritti del contribuente, dell’inversione della prova? Su tutto questo non si è visto niente, restiamo sommersi dai balzelli, dalle tasse, guardi che l’imposizione complessiva è aumentata, altro che liberazione dall’oppressione. Per contro, lei Salvini ha dovuto subire il reddito, il decreto dignità, la prescrizione, anzi l’ha fatto subire a noi, perché i costi di queste scriteriatezze li paghiamo tutti. Ministro, al Paese non serve l’assistenza serve il contrario, per creare lavoro bisogna stimolare la produzione di ricchezza.
La flat tax, che oramai è una barzelletta, non è una medicina da somministrare a dosi, è un principio fiscale generale, un sistema alternativo e complessivo, un pezzetto per darci il contentino non risolve, semmai peggiora. Insomma ministro, se lei veramente volesse fare quello che promette dovrebbe farlo assieme a chi concorda e non con chi è contrario, dunque la spaventa il voto? Il Governo con tutto il centrodestra?
Pensa davvero che Sergio Mattarella metterebbe in piedi un nuovo Governo Monti? Oppure che se fosse crisi lei avrebbe a fianco tutti gli italiani per tornare al voto? Tra lei e il capo dello Stato c’è la gente, la sovranità popolare, decine di milioni di persone che vogliono chiarezza e un governo serio, coerente, unito dai principi e non dai contratti. Non abbia paura, anzi abbia il coraggio di dire basta a Grillo e Casaleggio; noi, tutti, le staremo accanto per tornare a votare e, stia tranquillo, ci faremo sentire.
Aggiornato il 26 giugno 2019 alle ore 11:55