
Nel XVIII secolo l’umanità già attraversò un momento storico che si contrappose all’Illuminismo e che fu seguito pure da figure storiche che negarono ogni forma di progresso e di evoluzione umana, in qualsiasi settore dello scibile e della conoscenza. Giungendo, persino, alla negazione per ogni libertà di pensiero e di progresso culturale individuale.
Tale fase oscurantista aveva avuto già, nel Medioevo, alcuni embrioni (e che embrioni, sic) premonitori e già operanti: come, ad esempio, quello con cui la Chiesa Cattolica – correva l’anno 1663 – si contrappose a Galileo Galilei. Allo scienziato, ben 359 anni dopo, Papa Giovanni Paolo II chiese scusa, facendo pubblica ammenda per gli errori commessi dalle Gerarchie di allora.
Perché ricordiamo questa epoca oggi? La notizia della avvenuta assegnazione a Milano-Cortina d’Ampezzo delle Olimpiadi invernali del 2026 non può non farci tornare alla mente un episodio analogo, del tutto oscurantista che ha visto come protagonista il sindaco di Roma Virginia Raggi (la “donna delle immondizie”), che rifiutò – sdegnata – di prodigarsi per la positiva assegnazione alla Capitale d’Italia delle Olimpiadi classiche: bollando quel tipo di accadimento come mortifero per la moralità pubblica capitolina. Parli per lei, signor sindaco.
Il secondo aspetto che questa assegnazione non può non far risuonare in tutta la sua evidenza è quello della positiva produttività della collaborazione tra Regioni diverse (Lombardia e Veneto) e pure tra esponenti politici diversi, del tutto operanti su schieramenti di coalizioni diverse: il sindaco Beppe Sala e il presidente Luca Zaia, che hanno steso un regale tappeto sopra le intemerate sovraniste, del tutto personalistiche, di un autoreferenziale Matteo Salvini. Il leader del momento.
Sono queste delle prove generali che torneranno utili al Presidente Sergio Mattarella?
Aggiornato il 25 giugno 2019 alle ore 11:38