Primarie FI, Carfagna e Gelmini si candidano ufficialmente

Dopo l’annuncio di Giovanni Toti, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini raccolgono la sfida. Ora si candidano ufficialmente alle primarie di Forza Italia. Ai microfoni di Radio Capital, intervistata da Massimo Giannini, nel corso del programma Circo Massimo, la Carfagna ha detto che si candida “assolutamente”. Ma la vicepresidente della Camera ha precisato che “il leader resta Silvio Berlusconi: ha indicato un percorso importante, congressuale, un bagno di democrazia, e lo gestiremo con lui”.

Secondo la Carfagna, “tutti davano Forza Italia come agonizzante, ma Silvio Berlusconi ha ancora una volta indicato la strada giusta da seguire. Domani si riunirà il board composto da Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini, Antonio Tajani, me e Giovanni Toti, per decidere insieme quali saranno gli strumenti migliori del nuovo percorso congressuale. Siamo consapevoli che c’è molto da fare, che il terreno da recuperare è tanto, ma il partito si è rimesso in moto. Sui territori c’è entusiasmo e voglia di fare, ma è necessario cambiare le parole d’ordine”.

Per la Carfagna, “dobbiamo far emergere meglio quanto di buono facciamo, ad esempio ogni giorno in Parlamento, dove deputati e senatori, guidati egregiamente proprio da Gelmini e Bernini, si impegnano senza sosta per avanzare proposte, che però sembrano finire nel cono d’ombra a causa delle continue liti interne alla maggioranza di governo. Dobbiamo restituire a Forza Italia il ruolo che ha sempre avuto: quello di partito stabilizzatore che renda l’Italia un paese affidabile”.

Anche Mariastella Gelmini rompe gli indugi. “Io mi candido”, afferma in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Per la capogruppo di Forza Italia alla Camera, si tratta di “una scelta da inquadrare nel nuovo corso inaugurato da Berlusconi che, con un grande gesto di generosità ha reso contendibile il partito”.

Per l’ex ministra dell’Istruzione “dobbiamo ripartire dall’Italia che produce, non da quella che aspetta il reddito di cittadinanza”. Ricorda che Berlusconi è il fondatore del Centrodestra, “ma non saremo la stampella della Lega, alla quale chiediamo pari dignità, né strizzeremo l’occhio alla sinistra come facevano i vecchi partiti di centro. Tra la destra di Salvini e la sinistra di Zingaretti c’è uno spazio enorme e Forza Italia si deve attrezzare per una grande campagna di ascolto soprattutto per intercettare quei milioni di italiani che non vanno più a votare”.

Rispetto ai contrasti interni nel partito, legati anche al nuovo board, dice che “Toti è partito con il piede sbagliato. Il board non è stato ancora convocato dal presidente Berlusconi e lui già si è mosso comportandosi da leader, dimenticando che è un nominato come tutti noi”. Tuttavia, la decisione di Toti di restare in Forza Italia è stata da lei bene accolta: “La scissione non avrebbe fatto bene al partito”.

La Gelmini non teme di apparire un terzo incomodo nella corsa delle Primarie tra Toti e Mara Carfagna: “Il primo a chiedere le primarie aperte è stato Toti. Magari alla fine saremo anche in 4, in 5, dobbiamo tornare a essere inclusivi”.

Stefano Parisi, il leader di Energie per l’Italia, intervenuto nel corso della trasmissione Zapping, su Radio Uno, ha detto che “se il rinnovamento di Forza Italia si dovesse ridurre a un congresso di apparati, con tessere e voti ponderati, per nominare un coordinatore alla guida di un partito complementare a Salvini, sarebbe solo un modo di prolungare l’agonia”.

Parisi è convinto che “la nomina di Carfagna e Toti servirà a qualcosa se porterà ad aprire Forza Italia. Se invece sarà una partita tutta interna a FI, non cambierà nulla. Bisogna aprire le finestre e fare entrare aria nuova. Bisogna fare una profonda riflessione sul perché l’aria liberale e popolare ha perso il rapporto con i propri elettori. Per costruire nuove leadership non bisogna aver paura del voto popolare”.

Per Parisi, “non si tratta di primarie ma solo la volontà di sottoporsi ad un confronto aperto. Alla luce del sole. Con linee politiche chiare. E personalità forti che abbiano voglia di mettere alla prova la loro capacità di convincere il popolo che non sta con la Lega. Abbiamo bisogno di personalità in grado di battere leader molto popolari. È difficile che la loro minaccia nasca da una selezione fatta dagli apparati”.

Aggiornato il 25 giugno 2019 alle ore 13:22