
Anche l’Europa è preoccupata dalla bufera che ha investito il Consiglio superiore della magistratura. Greco, l’organo anti-corruzione del Consiglio d’Europa, ha chiesto qualche giorno fa alle autorità italiane informazioni sui recenti sviluppi del caso che ha investito il Csm. Le risposte fornite dall’Italia sono già state discusse la scorsa settimana e Greco ha deciso che anche alla luce di una situazione in evoluzione e delle difficoltà a esprimere un giudizio, di chiedere al Paese un aggiornamento entro dicembre.
Gianluca Esposito, segretario esecutivo dell’organo anti-corruzione, ha detto che “Greco sta seguendo molto attentamente quanto sta accadendo in Italia sulla questione del Csm”. A Strasburgo si spiega che la richiesta di informazioni all’Italia è stata fatta perché Greco sta ancora valutando se e come sono state recepite dalle autorità nazionali le raccomandazioni fatte a suo tempo per prevenire la corruzione in seno alla magistratura.
Intanto, il Coordinamento nazionale di Area, torna sulle “importanti parole pronunciate dal presidente della Repubblica al plenum del Csm venerdì scorso”. Per Area, “devono realmente costituire la base di una ripartenza per il rilancio dell’autogoverno che deve impegnare tutta la magistratura. Nelle prossime elezioni suppletive occorre perciò favorire dei percorsi che contrastino gli effetti distorsivi prodotti dalla legge elettorale del 2002 e restituiscano ai magistrati una effettiva possibilità di scelta dei propri rappresentanti nell’istituzione consiliare”.
Le toghe progressiste esprimono perciò “forte apprezzamento” per la proposta della giunta dell’Associazione nazionale magistrati di promuovere assemblee distrettuali per “favorire l’emersione di un alto numero di candidature, così da rendere possibile una competizione reale, aperta e partecipata, evitando di riproporre elezioni come quelle passate, nelle quali il numero dei candidati era pari a quello dei posti da ricoprire, tanto da rendere necessario ora il ricorso alle elezioni suppletive”.
È anche “indispensabile” che l’Anm organizzi “momenti di informazione, di presentazione e confronto tra i candidati e che “si faccia promotrice di un rinnovato patto etico tra i magistrati, che impegni tutti, ad iniziare dai candidati e dagli eletti, alla rigorosa osservanza del codice deontologico”. Area confida inoltre che “tutti i gruppi della magistratura associata mettano da parte formalismi e vecchie logiche e aderiscano senza doppiogiochismi a questa proposta facendosi i primi garanti per una competizione reale, autentica e partecipata”.
Aggiornato il 25 giugno 2019 alle ore 13:42