Europee, il Quirinale è in stato di pre-allerta

La schiacciante vittoria leghista pone il governo, paradossalmente, al riparo da un possibile ritorno anticipato alle urne. Allo stesso tempo, la “certificazione” della conclusione naturale della legislatura sembra essere determinata dalla disfatta clamorosa del Movimento cinque stelle. Gli scontri quotidiani tra i due alleati del governo gialloverde hanno lasciato ferite profonde. Matteo Salvini e Luigi Di Maio non si parlano da più di un mese. Per queste ragioni, nonostante le premesse, il Quirinale è in “stato di pre-allarme”.

Sergio Mattarella è preoccupato di una crisi a ridosso dell’estate. Soprattutto, perché all’orizzonte si prospetta una legge di bilancio lacrime e sangue. Una manovra che, fra i 23 miliardi di clausola di salvaguardia e i tagli derivanti dalle misure varate in deficit, potrebbe forse superare i 50 miliardi di euro. Per queste ragioni, la maggior parte degli osservatori scommette sulle elezioni nel 2020. Non prima. Anche perché le urne tra settembre e ottobre per le politiche non si sono mai aperte.

Eppure, in autunno i nodi economici potrebbero aprire scenari drammatici e costringere ad una responsabilità collettiva. A quel punto, di fronte alle divergenze inconciliabili tra Di Maio e Salvini, ci si troverebbe davanti all’ipotesi di un governo di “unità nazionale”, promosso dal presidente della Repubblica. Gli scenari futuri sono però fortemente intrecciati con gli assetti europei.

Aggiornato il 27 maggio 2019 alle ore 13:59