Trenta spara e Salvini mette l’elmetto

Quell’enorme arcipelago di sinistra, il quale a parere di chi scrive comprende anche i Pentastar, ha provato in questi mesi un’opera di interdizione su Matteo Salvini aprendo una serie di teatri di guerra percepiti da tutti come capziosi e per questo respinti al mittente con annesso aumento del gradimento verso il leader leghista.

Ci hanno provato con l’elogio del migrante contrapposto al disumano Ministro dell’Interno, ma hanno ricevuto una batosta nei sondaggi a dir poco clamorosa.

Hanno tentato di confutare la politica comunicazionale e l’azione del Viminale – secondo loro tutta annunci e divise – ma hanno rimediato delle sonore pernacchie visto che, se Salvini ha combinato meno di ciò che ha promesso, chi è venuto prima ha fatto talmente pietà da non essere credibile se sale in cattedra.

Hanno tentato di sabotare la legittima difesa definendola a tratti eccessiva e a tratti inutile, ma anche in questo caso il lancio di ortaggi da parte dell’opinione pubblica è stato copioso.

Hanno provato ad agitare il pericolo fascista, ma ormai alla menata dell’olio di ricino non crede più nessuno: anzi lo spauracchio “fassista” è diventato così stucchevolmente spassoso da suscitare ilarità generale.

Salvini ha lucrato sul basso cabotaggio di chi lo criticava, crescendo in maniera esponenziale senza nemmeno il bisogno di fare una grossa propaganda che gli giungeva gratis dall’idiozia delle argomentazioni di chi si illudeva di fare controinformazione. Anche l’inconsistenza grillina al Governo ha aiutato molto perché – messa vicino ai nani a Cinque Stelle – la Lega è sembrata giganteggiare.

Ma adesso qualcosa è cambiato: Luigi Di Maio e soci hanno cominciato ad osteggiare il leader leghista puntando i piedi in più di un’occasione. Della vicenda Siri si è ormai detto di tutto: la Lega ha dovuto subire l’esclusione del sottosegretario dal Governo dopo aver ingaggiato un braccio di ferro. Va da sé che, se Matteo Salvini avesse chiesto al proprio esponente di dimettersi per senso di responsabilità e per non turbare gli equilibri di maggioranza, avrebbe potuto passare per uomo delle Istituzioni. Invece la Lega ha fatto quadrato intorno al Sottosegretario perdendo il braccio di ferro senza minacciare conseguenze ma anzi subendo in silenzio le invettive del capetto grillino secondo il quale ha trionfato il Movimento degli onesti (e quindi per differenza ha perso il Carroccio dei disonesti?).

Adesso si apre un fronte che tanto nuovo non è: il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, da sempre in contrasto con la politica salviniana dei porti chiusi, ha dato ordine ad una nave della Marina Militare Italiana di imbarcare quaranta migranti in acque libiche aprendo un nuovo scenario di tensione con Matteo Salvini e vanificando una strategia che, giusta o meno, era il fondamento del “Salvini-pensiero”.

Qualcuno sostiene che questi sgarbi tra alleati finiranno con il penalizzare il Movimento Cinque Stelle perché non si è dimostrato leale e solidale con l’alleato (i sondaggisti sono pronti a scommetterci). Noi riteniamo che, prima dei sondaggi, vengano la dignità personale e la praticabilità politica: è dignitoso subire le imposizioni di quattro scappati di casa come Di Maio & soci dovendo piegare la testa? È praticabile un progetto politico con certo tipo di compagni di viaggio?

Aggiornato il 10 maggio 2019 alle ore 10:16