
Sul caso Siri, la Lega attacca frontalmente Giuseppe Conte. Secondo il Carroccio, il premier non ritenuto più un “arbitro”. Di più. È platealmente schiacciato sulle posizioni del Movimento cinque stelle. “Siamo esterrefatti – sostiene il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo –. Il premier dovrebbe essere garantista, invece sembra si sia sbilanciato dalla parte del M5s, perdendo il ruolo di arbitro del primo anno di governo”.
Ora, la vicenda politico-giudiziaria del sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione, si fa più complessa, per via all’acquisto della palazzina di Bresso, nel Milanese, attraverso un mutuo di 585mila euro con una banca di San Marino. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, senza ipotesi di reato né indagati. Ieri Matteo Salvini ha ostentato tranquillità. “Io – ha detto – sono tranquillo. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che compiono alcuni milioni di italiani”.
Attraverso un post su Facebook, Luigi Di Maio si rivolge direttamente a Matteo Salvini. “I pubblici ministeri – scrive – lo dicono esplicitamente nell’avviso di garanzia: Siri ‘ha asservito la funzione pubblica a interessi privati’. Di fronte a questo è impossibile restare fermi. Se qualcuno si vuole coprire gli occhi faccia pure, il Movimento 5 stelle non lo farà. Non lo farà perché ci sono fin troppe ombre e stranezze in questa storia. Non rispondere all’interrogatorio dei magistrati è grave e in parte indicativo. Il Movimento non dice che Siri non debba difendersi, per carità, anzi ci auguriamo che lo faccia e nelle forme che ritiene più opportune. Molto più semplicemente chiediamo che a un politico indagato per corruzione non sia concessa la possibilità di amministrare soldi pubblici. L’Abc del cambiamento, che questo governo ha l’ambizione di portare avanti”.
Nella sua replica il leader leghista evita, al momento, polemiche. Inaugurando a Milano una nuova sede dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, risponde a chi gli riporta le parole di Di Maio “sull’ultimo giorno utile” per il caso Siri. “Godiamoci l’agenzia dei beni confiscati – sostiene il vicepremier –. Mi occupo di lotta alla droga domani. Domani è ovvio che andrò al Consiglio dei ministri, ma l’appuntamento che affronterò con più energia è l’incontro con le comunità di recupero per tossicodipendenti con cui elaborare una strategia antidroga”, ha aggiunto, spiegando che “la lotta alla droga è molto reale”.
Sulla vicenda Siri il ministro grillino dell’Ambiente Sergio Costa ha detto che il suo “auspicio è che la questione Siri si risolva prima del Consiglio dei ministri. Domani alle 10 c’è il Cdm, se si risolve prima è meglio e giusto per tutti. L’auspicio non è solo mio ma di tutti”. Per Costa, “al di là della conta, cerchiamo di chiudere prima. In questi casi non è un discorso di natura strettamente legale ma di opportunità politica e di serenità personale. Ci si difende meglio non occupando posti di governo. No, la parola crisi no. Certo, ci sono disparità di idee però non vedo un concetto di crisi”.
Aggiornato il 07 maggio 2019 alle ore 12:57