Cocci, frottole, danni

In dieci mesi hanno detto e fatto più frottole, castronerie, danni, scivolate e sceneggiate da far sembrare cipria la migliore satira, ironia, scena d’avanspettacolo che sia.

Suvvia, adesso basta, ogni limite del possibile è stato superato, si è andati oltre ogni fantasia, si è scavalcata la linea di pazienza, si è prosciugata persino l’indulgenza. È stato superato il limite della frottola sull’economia, sulla crescita presunta, sui previsionali di deficit, di debito, sugli indicatori dell’occupazione, sull’evidenza della recessione. È stato superato il limite del garbo, quello parlamentare, di Governo, quello istituzionale, per non parlare di quello elettorale e del dibattito sociale. È stato superato il limite della prassi, sui provvedimenti, sul salvo intese, sulla pratica della fiducia alle Camere, sull’utilizzo dei veti per ritardare, sull’interpretazione dei numeri descritti. È stato superato ogni limite; il confronto si è trasformato in un perenne scontro, oltretutto rozzo, insolente, accusatorio, intimidatorio talvolta sulla privacy, sulla famiglia, sul pettegolezzo e sull’insinuazione. È stato infine trasformato Governo e Parlamento in un luogo dove il normale antagonismo delle idee è diventato una sorta di arena quotidiana, minacciosa e talvolta un po’ pacchiana.

Ecco perché ci chiediamo cosa possa servire ancora a dire basta, a chiudere baracca e burattini, a restituire la parola ai cittadini per ritrovare la normalità perduta. Insomma, è tutto assurdo da chiedersi come sia stato possibile pensare che potesse funzionare; coi grillini non funziona niente, sono nati per sfasciare, per bloccare, fanno opposizione ma non sanno governare, distruggere è facile ma per costruire serve cultura ed esperienza. Per questo Roma è ridotta all’indecenza, alla trascuratezza più totale, ma da quello che risulta anche a Torino piuttosto che a Livorno il giudizio è negativo tale e quale.

Qui non si tratta solo dei litigi quotidiani, delle provocazioni fra questo e quello, non si tratta nemmeno del peso doppio dei grillini sul garantismo interno oppure esterno, il caso Siri è lampante povero Salvini, si tratta di concetto di democrazia, di libertà, sviluppo ed economia. Mentre i grillini fanno capricci bloccando tutto, il Paese arranca; inutile credere a qualche indicazione di miglioramento tirata fuori ad hoc per mantenerci calmi, l’economia è ferma, congelata, nessuno investe, non c’è intrapresa, non esiste orizzonte di sviluppo. I giovani fuggono visto che qui non gli si offre nulla, si pensa di offrire agli immigrati, ma dei nostri ragazzi importa poco o niente. Da qualche tempo fuggono pure i pensionati, in cerca di Paesi meno ossessionati dalle tasse, le aziende infine sono già fuggite, delocalizzate.

Questo è il quadro, mentre i grillini bloccano la Tav, vogliono i navigator, il reddito in attesa del niente, non vogliono gli inceneritori, difendono la sindaca Virginia Raggi perché è brava a migliorare Roma, non vogliono la flat tax perché crea ricchezza, una parola diabolica per loro. Insomma cocci, frottole, danni e un disastro che pagheremo caro, ecco perché vorremmo sapere almeno da Matteo Salvini cosa secondo il suo pensiero servirebbe ancora per dire basta. Nulla ministro, non serve altro, c’è già troppo per essere disgustati, preoccupati, indignati. Ci creda, dica basta e insieme ai porti chiuda quest’esperienza, perché sarà molto ma molto più utile al Paese.

Aggiornato il 19 aprile 2019 alle ore 11:55