Risiko di poltrone alla Pisana

Le liste per le elezioni europee irrompono nel Lazio e portano al rimpasto della giunta Zingaretti e alla elezione del nuovo vertice della Pisana.

Zingaretti infatti ha chiesto a Smeriglio, vicepresidente della Regione e assessore alla Formazione, di candidarsi nel Pd nella circoscrizione Centro, pensando così di recuperare i voti dell’ex Sel. Smeriglio ha accettato la candidatura e annunciato che si dimetterà dalla giunta nelle prossime ore, dando così vita a un vero e proprio Risiko di poltrone alla Pisana.

Zingaretti ha annunciato che, al posto di Smeriglio come vicepresidente, nominerà Leodori, che si è già dimesso da Presidente del Consiglio. Al suo posto il Pd ha designato l’attuale capogruppo Buschini. Nuovo capogruppo dovrebbe essere eletto Vincenzi, attuale presidente della Commissione bilancio e al suo posto probabilmente andrà il consigliere Patanè.

Il centrosinistra alla Pisana però non ha i voti per eleggere il nuovo presidente del Consiglio, avendo 25 consiglieri. Infatti Nicola Zingaretti non ha in Consiglio la maggioranza, che gli viene garantita, con il patto d’aula, dai consiglieri del gruppo misto che di fatto stanno nel centrodestra. Nella prima votazione il quorum previsto è dei due terzi dei componenti del Consiglio, 36 voti; nella seconda il quorum scende ai tre quinti, 31 voti; dal terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta pari a 26 voti. Il voto avviene a scrutinio segreto.

Al centrosinistra dunque servono i voti delle opposizioni. Il Movimento 5 Stelle, che ha 10 consiglieri, ha annunciato che presenterà un proprio candidato, mentre il centrodestra ha annunciato che non parteciperà al voto. Vedremo da chi verranno i voti necessari al centrosinistra per eleggere il nuovo presidente del Consiglio regionale.

Anche perché è fresco il ricordo della votazione sulla mozione di sfiducia a Zingaretti quando il centrodestra fece in aula una figura barbina riuscendo a dividersi su una questione importante. La mozione di sfiducia ottenne solo 22 voti a fronte di 26 contro. Tre consiglieri assenti, tutti e tre del centro destra. Addirittura un voto di Forza Italia a favore di Zingaretti. Furono annunciati provvedimenti esemplari ma tutto è rimasto com’era. Insomma. chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Vedremo se il centrodestra ha capito la lezione o se i suoi spezzoni continueranno a sostenere Zingaretti anche adesso che è diventato segretario del Pd.

Aggiornato il 17 aprile 2019 alle ore 13:04