Europee, Forza Italia: la scelta dei moderati

Forza Italia si trova di fronte ad un bivio. Seguire il sovranismo di Salvini e Meloni o rappresentare i moderati del nostro Paese, che sono, ancora oggi, la maggioranza? Oltretutto, con un Pd schiacciato a sinistra e i Cinque stelle in caduta libera, la strada appare obbligata. Secondo il coordinatore azzurro in Veneto, “solo Toti immagina che l’Italia possa essere governata da una maggioranza destra più destra, cioè dalla Lega più Fratelli d’Italia. Per vincere c’è bisogno di dare anche una rappresentanza moderata, liberale al centrodestra”. Proprio stamattina, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti via Facebook commenta le reazioni alla sua proposta di un nuovo “grande contenitore” del centrodestra fondato su criteri di meritocrazia. “Che bello leggere la rassegna stampa guardando i tetti di Roma – scrive – e scoprire i sogni dell’amica Carfagna: che Toti se ne vada da Forza Italia e dirigenti nominati. Magari lei, no? Continuiamo così, facciamoci del male”. Toti, dunque, si lascia andare ad una citazione morettiana. Ma in un’intervista alla Stampa, Mara Carfagna, interpellata su una possibile scissione degli azzurri afferma che Toti “pare averla già consumata”. La stessa vicepresidente della Camera e deputata forzista torna sulla questione via Twitter: “Dai Giovanni, forza! Svegliati, posa il bicchiere di caffè e vai oltre il titolo. Ce la puoi fare!”.

Eppure, al di là delle schermaglie interne, c’è chi non ha retto. Non ha avuto pazienza. L’esempio è rappresentato da Elisabetta Gardini. L’europarlamentare di Forza Italia ha lasciato il partito. E, secondo i bene informati, potrebbe iscriversi a Fratelli d’Italia. Ma qual è l’obiettivo del partito fondato da Silvio Berlusconi? Il 10 per cento alle Europee appare come il risultato minimo. Secondo il giornalista-deputato Giorgio Mulè, “la sfida è mettere radici”. E per la sondaggista Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, “uno può dire ciò che vuole, ma ancora oggi chi porta voti, tanti o pochi, è solo Berlusconi”. L’analisi è condivisa dalla deputata siciliana Gabriella Giammanco: “Berlusconi – sottolinea – è l’unico constata la deputata siciliana che continua ad avere davvero il quid”. Ma per l’ex governatrice del Lazio Renata Polverini, “la verità è che tutti hanno una sola preoccupazione: tutelarsi. Facendo i calcoli sui voti che ci sono, non su quelli che si debbono conquistare. Insomma, non rischiano. Per questo il partito è chiuso, respingente, non inclusivo”. Un fatto è certo: in attesa di un nuovo “predellino”, Forza Italia affronta la sfida europea con una serie di quesiti inevasi ma con una sola certezza: Berlusconi. Il Cavaliere sarà capolista in tutte le circoscrizioni con la sola esclusione del Centro. Dove il numero uno sarà il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Aggiornato il 16 aprile 2019 alle ore 16:27