
Conte? Di Maio? Salvini? Toninelli? E, nella fattispecie, Bonafede? Tutti inutilmente uguali e, anzi, dannosi per il Paese.
Due fatti, negli ultimi giorni, in tema-giustizia. Il primo. Un soggetto uccide sgozzandolo un 34enne e si scopre che l’assassino doveva invece essere già in carcere perché condannato nel 2015 (sentenza diventata definitiva nel maggio dello scorso 2018) ad un anno e sei mesi per maltrattamenti. Perché era fuori? Semplice: per colpa del burocratico ed inefficiente apparato della giustizia. La cancelleria della Corte di Appello di Torino ha infatti trasmesso in ritardo il verdetto di cui sopra e il pm non ha potuto emettere l’ordine di esecuzione.
Secondo fatto. A Roma una somala, irregolare nel territorio italiano e senza fissa dimora, ha tentato di rapire una bambina di un anno e mezzo strappandola dal passeggino spinto dalla nonna. La reazione di quest’ultima e di altri passanti hanno consentito il fermo della malfattrice che aveva già precedenti per rissa e lesioni. La morale? La somala è già libera.
Incapaci in tutto, traballanti e rissosi tra loro nel sostenere l’insostenibile (la maggioranza di governo), incapaci altresì di ammettere i loro fallimenti che stanno conducendo il Paese lungo una discesa verso il baratro, i giallo-verdi (per itterizia, per vergogna o per rabbia che sia) stanno dimostrando, anche in materia di giustizia, la loro insufficiente attitudine a governare e, soprattutto, a riformare quanto fatto “dai governi precedenti”. Grillini e leghisti, avete in Parlamento una maggioranza solida? Usatela per le riforme che servono. Volgarmente parlando: dimostrate di avere gli attributi!
Invece, elettoralmente parlando, è meglio sparare sui social gli slogan più populisti e ‘attira-imbecilli’: d’altronde tra poco ci sono le elezioni europee. Ma guai a toccare la giustizia: del resto è più potente un pm che Salvini e Di Maio messi insieme e questi ultimi ne sono ben consapevoli!
L’altro giorno le pensioni hanno subìto mini-tagli che avranno contribuito sicuramente ad alimentare le casse statali per le operazioni elettoralistiche in corso. La ridistribuzione dei fondi (attinti sempre ai soliti) è sempre stata utile per una campagna elettorale ed il fenomeno lungi dall’essere superato da questa non-maggioranza di non-governo. Il problema è che poi a pagare le elargizioni siano sempre gli stessi. E intanto i vari Conte, Di Maio, Salvini, Toninelli, Bofafede e compagnia sono sempre lì a fare danni.
Aggiornato il 05 aprile 2019 alle ore 19:14