Decreto crescita, Conte: “Domani il via libera”

Domani va in scena il Consiglio dei ministri chiamato a dare il via al decreto Crescita. “Le stime arrivate in questi giorni sul Pil italiano – sostiene il premier Giuseppe Conte dal suo viaggio in Qatar – non hanno alternato la nostra pianificazione”. Rispetto alla vicenda banche, “il nostro obiettivo politico molto forte è procedere con i risarcimenti ai risparmiatori nel modo più rapido possibile”. Emerge anche un allargamento della rottamazione agli enti locali che non hanno utilizzato per la riscossione la ex Equitalia nell’ultima bozza del decreto crescita che l’Ansa ha potuto visionare. Si prevede che Comuni, Province e Regioni possano deliberare la “definizione agevolata, scontando le sanzioni, sulle entrate, anche tributarie che non sono state riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale notificati tra il 2000 e il 2017. Gli enti avranno 60 giorni di tempo per decidere”.

Anche gli immobili degli enti locali entrano nel piano dismissioni per raggiungere il target fissato con l’ultima manovra. Si tratta di 950 milioni quest’anno, e 150 milioni l’anno nel 2020 e 2021. È quanto sostiene la relazione alla misura contenuta nell’ultima bozza del decreto Crescita, in cui si ricorda che “oltre l’80 per ceto degli immobili delle amministrazioni pubbliche risulta di proprietà degli enti locali”. Così si “ampliano e rafforzano gli strumenti a disposizione del governo per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica”.

Arrivano cento milioni nel 2019 per rifinanziare il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. La cifra è indicata nell’ultima bozza del decreto crescita (nei documenti preparatori iniziali si parlava di 200 milioni). “Si tratta di un fondo istituito con la legge di stabilità del 2013 che concede garanzie fino al 50 per cento dell’importo di mutui erogati per un ammontare inferiore a 250mila euro” connessi all’acquisto o all’acquisto collegato a interventi di ristrutturazione di immobili non di lusso. Senza rifinanziamento, come si legge nella relazione, “le risorse del Fondo si esauriranno entro i prossimi due mesi”.

Secondo i dati forniti dall’Abi in audizione sulla manovra lo scorso novembre, occasione nella quale l’associazione aveva già lanciato l’allarme sulla fine delle risorse, con alla garanzia del Fondo da gennaio 2015 al 25 settembre scorso sono stati ammessi oltre 90mila mutui per oltre 10 miliardi di controvalore, con finanziamenti che per nel 58 per cento dei casi ha interessato giovani tra i 20 e i 35 anni. Resta, ma vengono introdotti alcuni paletti, la norma per accelerare i lavori dei privati su proprietà vincolate, che hanno bisogno del via libera della soprintendenza per i Beni culturali. Dopo lo stop arrivato dal ministero guidato da Alberto Bonisoli, nell’ultima bozza del decreto crescita si prevede sempre una riduzione da 120 a 90 giorni del termine per il rilascio dell’autorizzazione, oltre i quali scatta il silenzio-assenso, ma resta la possibilità di sospendere i termini se vengono chiesti chiarimenti, elementi integrativi o accertamenti tecnici.

Aggiornato il 03 aprile 2019 alle ore 14:27