“Governicchio”

Come gli scolaretti ripresi dal professore, che corrono da mamma a dire che il maestro è brutto, cattivo e antipatico. È così che il Governo, da quasi un anno, reagisce alle critiche, agli avvertimenti, alle reprimende e ai giudizi negativi, di mezzo mondo almeno. Bene, anzi male, a parte la inaccettabile singolarità di un Esecutivo che non sa né leggere e né capire i dati e gli indicatori, ma poi gridare sempre ai gufi, ai detrattori e ai complottisti è davvero il colmo.

Insomma, convincerci del fatto che Toninelli, Di Maio, Castelli, Borghi e così via siano una squadra di scienziati è davvero dura. Suvvia, facciamo i seri, possibile che Ocse, Ue, Fmi, Bce, agenzie di rating e tanti altri siano tutti coalizzati contro il Governo? Possibile che nessuno capisca la genialità del nostro Esecutivo e la bontà dei suoi provvedimenti?

Possibile infine che Draghi, Lagarde, Weidmann siano meno preparati di gaffeur sgrammaticati e apprendisti troppo presuntuosi? La risposta ovviamente è no, tanto è vero che ogni indicatore non solo dà ragione a loro e torto al governo italiano, ma dall’Italia che lavora, a partire da Confindustria, i segnali di malessere e di crisi sono forti ed evidenti.

Si lamentano le imprese, dal nord al sud, gli artigiani, le famiglie; i giovani poi non ne parliamo, fuggono via per cercare lavoro e considerazione, solo questo ci costa circa un punto di Pil, altro che assunzioni e investimenti con la finanziaria dei pentaleghisti. Del resto cosa dire di un ministro come Tria che pochi mesi or sono, non uno o due anni, parliamo di quattro mesi fa, assicurava una crescita dell’uno per cento, un deficit del due, la discesa del debito e la ripresa degli investimenti. Ecco perché parliamo di “governicchio”. Insomma, non si può giustificare tanta approssimazione, tanta incapacità nel prevedere ciò che tutti avevano previsto e segnalato, tutti avevano studiato e interpretato. Né si può accettare che il governo bolli ogni warning, ammonimento o allarme che sia, con la solita sciocchezza: “Ce l’hanno con noi, remano contro, sono iettatori”, è una barzelletta che non può tenere, e il Premier per primo lo dovrebbe sapere. La verità è che stanno in bambola, sono entrati nel pallone, tirano avanti per aspettare le europee, per prendere tempo, prima di mollarci in mezzo ai guai, prima che arrivi l’obbligo di una correzione. Che maggioranza e che coalizione…

Sia chiaro, chi ci legge conosce il nostro giudizio sulla Ue, gli organismi un po’ tromboni, sui patti, l’euro e le troppe imposizioni, ma per la miseria, sulla finanziaria, sui provvedimenti del governo hanno ragione, eccome. Ecco perché per parte nostra scriveremo ancora che serve altro, l’opposto delle scelte di governo, shock fiscale, burocratico, delegificazione, infrastrutture e investimenti, libertà economica e semplificazione, altro che assistenza e statalizzazione. Poco importa se ci diranno che siamo gufi, perché di prese in giro da questi signori, credete, siamo stufi.

Aggiornato il 02 aprile 2019 alle ore 11:26