Virginia Raggi può stare tranquilla. Almeno, per ora. Le rassicurazioni alla sindaca di Roma arrivano direttamente dal leader del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio. Il vicepremier grillino, intervistato dalla Stampa, sostiene che non chiederà le dimissioni della prima cittadina nonostante il “terremoto” sullo stadio della Roma che ha investito l’amministrazione capitolina. Di più. Di Maio ritiene che un passo indietro da parte della Raggi sia “fantapolitica”. In buona sostanza, Virginia è stata “blindata” dai vertici pentastellati.
Sulla nuova Tangentopoli romana targata M5s Di Maio usa la linea dura. Marcello De Vito, l’ex presidente dell’Assemblea capitolina arrestato per corruzione, “lo abbiamo cacciato in trenta secondi”. Il leader grillino dice di non volere “minimizzare. Ma in questo momento non vedo le associazioni a delinquere di cui parlavano i magistrati su Mafia Capitale che si era allargata a tutto il Pd romano”.
Eppure, nell’inchiesta sul nuovo stadio del club giallorosso è finito anche un fedelissimo della Raggi, Daniele Frongia. L’assessore allo Sport, infatti, risulta indagato dalla procura di Roma per corruzione. Per queste ragioni, Frongia ha rimesso le deleghe. Ma le sue dimissioni sono state accettate con riserva dalla prima cittadina. A fare il nome di Frongia sarebbe stato il costruttore Parnasi durante gli interrogatori.
Di Maio è convinto di non avere “la presunzione di cambiare l’anima delle persone. Se qualcuno sbaglia, però, va a casa, come De Vito. Mentre l’assessore allo Sport Daniele Frongia si è autosospeso e, da quel che riferiscono i legali, si va verso l’archiviazione”.
Aggiornato il 22 marzo 2019 alle ore 16:52