
Oramai c’è una prassi alla quale i signori del Governo sembra si attengano con rigorosa puntualità.
Per ogni questione se Matteo Salvini dice bianco, Luigi Di Maio dice nero. E viceversa. Ciascuno fa appello al partito del “Sì” o a quello del “No” che, per l’occasione rappresenta. Se la gente non è divisa come i suoi governanti, una propaganda tambureggiante, “spiega” che si tratta di questione di vita o di morte.
Salvini contro Di Maio. Di Maio contro Salvini. La crisi è imminente, è inevitabile. Questa volta ci siamo. Poi di colpo si mettono d’accordo. Anzi dicono che d’accordo sono sempre stati, che la crisi nemmeno se la sono sognata. Salvini giura che è sempre andato d’accordo con Di Maio. E viceversa.
La gente all’inizio apprezzava il sacrificio del proprio interesse di parte o dell’uno o dell’altro o di tutti e due. Poi sono cominciati i mugugni dei sostenitori della “linea dura”, di quelli che andavano e vanno dicendo che con la controparte è impossibile andare avanti. È il solito balletto. “Ballando sotto le Stelle” era il titolo di un famoso film. Finché qualcuno punterà i piedi e invece dei soliti passi di danza farà scoppiare la bomba della fine delle pagliacciate. E di pagliacciate di nuovo genere. Basta con la vita di “separati in casa”, di lotte feroci proprio tra i cosiddetti “alleati”.
Ma sarà questa la fine del ballo? Già qualcuno comincia a mormorare che è proprio vero quello che dicono Salvini da una parte e Di Maio dall’altra: “Non è successo niente”. Solo un chiaro e approfondito confronto di punti di vista. Che ci sia un confronto chiaro ed approfondito è certo un’esagerazione. È vero però l’essenziale. Non è successo niente. Litigano per litigare. Per far vedere che litigano. Per accontentare gli uni e gli altri. Per vivacizzare il ballo. Che facciano finta di litigare per un copione disegnato per uno spettacolo comico delle campagne Grillo? Potrebbe darsi che i padroni del Governo, il comico Beppe Grillo, il personaggio dietro le quinte, Davide Casaleggio, abbiano scoperto il modo per ottenere il consenso di tutti.
Prendete la Tav. Tutto il Paese è con il Governo. No-Tav con Di Maio, con il povero Toninelli etc. I Sì-Tav sono con Salvini. Un Governo che soddisfa le esigenze di tutti. Finché qualcuno non scoprirà che fanno il gioco delle parti. Che è proprio vero quello che dicono alla fine per prendere, comunque, in giro la gente. Erano d’accordo. Non hanno mai litigato. Buon per loro se questa scoperta tarderà. Perché essere presi per i fondelli è cosa cui glii sembra siano abituati. Ma se poi possono dar la colpa della loro dabbenaggine a qualcuno, lo fanno volentieri. Vogliono essere ingannati, ma poi appendono per i piedi chi li ha ingannati. Un ballo pericoloso. Finché sono d’accordo quelli che aprono o chiudono le danze, può succedere di tutto.
Aggiornato il 13 marzo 2019 alle ore 11:09