
Alle elezioni regionali in Sardegna, Christian Solinas, candidato governatore del centrodestra, è avanti sul diretto competitor Massimo Zedda, che rappresenta il centrosinistra. Dopo un iniziale testa a testa, il gap tra i due è sempre più evidente. A questo punto, Solinas dovrebbe risultare eletto presidente della Regione Sardegna. Rispetto alle Politiche, si profila, invece, un crollo dei pentastellati. Le urne si sono chiuse ieri alle 22. Lo spoglio delle 1.840 sezioni dellisola, iniziato alle 7 del mattino di oggi, va molto a rilento. Ma secondo le prime proiezioni, Solinas è accreditato di un 47,6 per cento dei voti, mentre Zedda insegue con il 33 per cento. Staccatissimo Francesco Desogus, al 11,03 per cento. Lo spoglio si preannuncia estenuante, considerato il fatto che la Regione ha deciso che i risultati dei comuni saranno comunicati solo in forma aggregata: i comuni con massimo 10 sezioni forniranno il dato solo una volta concluse le operazioni, quelli tra 11 e 30 sezioni quando sarà raggiunto il 50 per cento dello scrutinio, mentre per i centri maggiori quando si arriverà al 25 per cento. A questo si aggiunge la necessità di scrutinare ogni scheda contestualmente per i voti per il presidente e per i voti di lista, procedura lunga e complicata dal fatto che la legge elettorale sarda prevede il voto disgiunto. Vale a dire che si può votare per un candidato presidente e una lista che non lo sostiene. Sono previste le preferenze, con controllo di genere: se la seconda preferenza è data a un candidato dello stesso sesso del primo, va annullata la seconda e non la prima. Ognuno di questi elementi rende chiaramente più lungo lo spoglio e più lenta la comunicazione dei dati.
Nel frattempo, si registrano le reazioni dei due partiti di governo. Di segno, chiaramente, opposto. “Dalle politiche a oggi – commenta il leader leghista Matteo Salvini – se c’è una cosa certa è che su sei consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a zero sul Pd. Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l’Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega. E come in Abruzzo anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali. Grazie a tutti quelli che hanno deciso di darci fiducia”. Ma si fanno sentire i “malpancisti” all’interno del movimento grillino. Secondo la senatrice “ribelle” Paola Nugnes, la responsabilità è della “leadership di Luigi Di Maio. Che va certamente va rimessa in discussione. Non credo che una riorganizzazione calata dall’alto sia la soluzione. Ci vuole una riflessione collettiva che porti ad una discussione profonda con proposte da valutare tutti insieme”. Di Maio, per stoppare le critiche, annuncia cambiamenti. “Andremo avanti – sostiene –con la riorganizzazione. E tra domani e dopodomani ci saranno novità importanti per il Movimento. Questa riorganizzazione non è una cosa per il M5s: servirà agli italiani perché noi siamo al governo ed abbiamo decine di istanze che arrivano dal territorio nazionale. La riorganizzazione ci aiuterà ad essere più capillare a rispondere alle esigenze dei cittadini”. Tra le ipotesi allo studio anche l’apertura alle liste civiche. Per Di Maio, “bisognerà iniziare in maniera sperimentale. La cosa importante è che se ne discuta prima di tutto con i nostri iscritti”.
Giuseppe Conte rassicura circa la tenuta del governo, nonostante la sconfitta grillina. Il presidente del Consiglio, parla da Sharm el Sheik, in Egitto, a margine del vertice Ue-Lega araba. “Non mi pronuncio – afferma – sulle valutazioni politiche del voto in Sardegna. Ma non dobbiamo enfatizzare il ruolo di elezioni regionali: sono importanti per la Sardegna e offriranno degli spunti agli eletti ma sicuramente non ritengo che dagli esiti possano derivare conseguenze sul governo nazionale. Ci saranno molti vertici, perché abbiamo alcune questioni da risolvere. Il governo deve andare avanti”.
Aggiornato il 25 febbraio 2019 alle ore 17:47