Perché in Italia non ci sono i gilet gialli?

Il titolo è la domanda che mi ha fatto un amico. “Perché sono già tutti seduti in Parlamento”, gli ho risposto, non ponderando appieno quanto generica e incompleta fosse questa mia affermazione. Perché tutto il malcontento nazionale (auspice l’ottimo Presidente Sergio Mattarella, che ha accettato pure delle inconsuete anomalie procedurali nella formazione del Governo gialloverde), di fatto, da Montecitorio è stato faticosamente dirottato verso Palazzo Chigi: con la puntuale fiducia del Parlamento.

Con il M5S che sta coprendo l’area malpancista di sinistra (principalmente anti-renziana) e pure moderata, alleato con la Lega di Matteo Salvini che fa il paio nella destra (molto a destra), soprattutto quella estrema.

Riuscire, però, a trasporre il malcontento in azioni positive, di governo (in un Paese articolato e complesso com’è l’Italia), è la nuova, più impegnativa sfida che “i nostri eroi sovranisti” hanno di fronte. Una tenzone che - con ogni probabilità - farà scintillare le spade su di tre questioni ormai ineludibili: le ripercussioni amministrative - ormai innescate - del regionalismo differenziato; con le sue pratiche che si traducono in una Europa già in avviata fase pre-elettorale e pure sul condizionamento (ineludibile per chiunque governi l’Italia) derivante dall’immenso debito pubblico.

In ordine al primo aspetto, è palese come le posizioni dei gialloverdi siano del tutto contrapposte, se non altro perché 2 dei 3 Governatori che hanno spinto le proprie popolazioni ad aderire entusiasticamente verso la intrapresa di “richiedere allo Stato ulteriori condizioni particolari di autonomia” sono leghisti. Mentre il vicepresidente della Commissione Bicamerale per il federalismo (che è un esponente M5S) afferma che la “procedura proposta dalla Lega è incostituzionale perché non si può imporre al Parlamento la ratifica di un testo preconfezionato”.

Risultato: la questione (al solito) è stata accantonata, con i parlamentari M5S che, lesti lesti, hanno diffuso un dossier che smonta tutto l’impianto del ministro Erika Stefani (Lega). Ma pure sulla partita sull’Euro la situazione non è affatto chiara: giocheranno pure con il nostro oro (la cui collocazione - per fortuna - non è del tutto conosciuta), ovvero con la buona consuetudine di risparmiare della gente (un recente studio ha certificato come, dei 4.287 miliardi conservati, ben 1.371 siano allocati nei conti correnti bancari)?

Certo, qualora dette risorse dovessero venire forzosamente prelevate dai nostri salvadanai, forse, qualche gilet giallo potrebbe comparire anche qui.

Aggiornato il 20 febbraio 2019 alle ore 14:04