“Sistema” dei coniugi Renzi: lunedì l’interrogatorio

Secondo l’accusa, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori di Matteo Renzi, avrebbero creato una vera e propria matrioska. Una cooperativa dentro un’altra. “Non appena maturava la difficoltà economica veniva caricata di debiti previdenziali e fiscali fino al fallimento”. La coppia è agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta e falsificazione di fatture. I due coniugi sarebbero ritenuti “amministratori di fatto” delle varie cooperative intestate a prestanome, addirittura inconsapevoli. Un vero e proprio “sistema” volto ad arricchire la loro diretta società “Eventi 6” che, per quattro anni, dal 2014 al 2018, ha visto aumentare il proprio volume d’affari, da 1 a 7 milioni di euro, con pochissimi dipendenti: passati da 3 a 7. Le cooperative fornivano alla società “madre” il personale per la distribuzione dei volantini pubblicitari.  

Secondo le indagini della Guardia di finanza emerge che la matrioska organizzata dai Renzi si sarebbe sviluppata a scapito delle altre cooperative Delivery Service, Europe Service e la Marmodiv, per la quale la procura di Firenze ha chiesto il fallimento nell’ottobre scorso. Frattanto, salgono a 18 gli indagati, compresi i tre arrestati (oltre a Tiziano Renzi e Laura Bovoli ai domiciliari anche l’imprenditore ligure Mariano Massone) per presunti reati commessi tra il 2010 e il 2018. Ma gli inquirenti non escludono che anche a ritroso, andando indietro fino al 2000, possa essere stato orchestrato il “modus operandi criminogeno”.

Tra i prestanome, figurerebbe anche Cristina Carabot, “nipote degli indagati Bovoli e Renzi che ha riferito di aver partecipato alla costituzione della cooperativa su richiesta di un uomo di cui non sapeva indicare le generalità, di ricordare di aver versato una somma per la costituzione della società ma di non ricordare l’ammontare (si tratta di una somma di 14.800 euro)”. Oppure, Lavinia Tognaccini, “all’epoca dei fatti studentessa presso l’Istituto di Belle Arti, la quale ha riferito di essere stata contattata da Tiziano Renzi, amico della sua famiglia e, nutrendo fiducia nell’uomo, si era recata su sua indicazione dal notaio senza chiedere particolari spiegazioni”. E ancora: Ettore Scheggi, “che all’epoca era neomaggiorenne, ha riferito di essersi recato presso lo studio notarile su indicazione di Gioia Palai (deceduta) amica della madre”.

“I coniugi Renzi risponderanno alle domande dei giudici”, ha annunciato il loro legale Federico Bagattini, che ha sottolineato “l’uso sproporzionato dei domiciliari”. Frattanto, Tiziano Renzi su Facebook, ha scritto di “non augurare a nessuno, nemmeno al mio peggiore nemico, di vivere mai ciò che la Lalla e io stiamo vivendo”. Eppure, si è detto tranquillo, sicuro che “la verità prima o poi verrà fuori”. Ma per il momento, quello che scrivono i giornali, secondo Renzi, sono “solo le ricostruzioni dell’accusa. E queste ricostruzioni sono false”. False anche “le vicende del passato dalle quali siamo sempre usciti assolti”, sottolinea il padre dell’ex premier, che chiede a tutti di “aspettare i processi per vedere chi ha ragione”. Tiziano Renzi e Laura Bovoli lunedì saranno ascoltati dal Gip durante l’interrogatorio di garanzia.

 

Aggiornato il 20 febbraio 2019 alle ore 18:39