Antitrust: “No alla tassa sulle rimesse degli immigrati”

Il Garante della concorrenza e dei consumatori dice “no”. Si è messo di traverso. Ha sbarrato la strada alle novità introdotte dal governo gialloverde, a proposito della tassa dell’1,5 per cento sui money transfer. Quel sistema utilizzato, soprattutto, dagli immigrati per inviare, in tempo reale, del denaro alle proprie famiglie che vivono nei Paesi di provenienza. Da qui il nome di “tassa sulla rimesse dei migranti”.

La norma, contenuta nel decreto fiscale 2018, è stata contestata dall’Antitrust che l’ha apostrofata con durezza, “ingiustificatamente discriminatoria”, in quanto diretta unicamente ai money transfer. Il sistema di trasferimento di denaro infatti, secondo il Garante, sarebbe colpito dal fatto che non potrebbe più assicurare ai propri clienti offerte competitive rispetto a banche e Poste, “non coinvolte dalla nuova tassa che – scrive l’Antitrust – ridurrebbe pure il grado di trasparenza sulle condizioni economiche praticate per il servizio di rimesse di denaro”.

Secondo quanto scrive “la Repubblica”, che riporta la nota inviata dal Garante al governo, l’Antitrust avrebbe contestato questa riduzione di trasparenza. Per questi motivi, il Garante ha chiesto “opportune modifiche” al provvedimento, in maniera tale da eliminare le criticità riscontrate.

Aggiornato il 20 febbraio 2019 alle ore 13:51