Diciotti, Conte al fianco di Salvini

Sul caso Diciotti, Giuseppe Conte schiera il governo gialloverde al fianco di Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio firma un documento allegato alla memoria presentata dal vicepremier alla Giunta per le immunità del Senato. “Sento il dovere di precisare – scrive Conte – che le determinazioni assunte in quell’occasione dal ministro dell’Interno sono riconducibile a una linea politica sull’immigrazione che ho condiviso nella mia qualità di presidente nel Consiglio con i ministri competenti, in coerenza con il programma di governo”. Secondo il premier, “le azioni poste in essere dal ministro dell’Interno si pongono pertanto in attuazione di un indirizzo politico-internazionale, che il governo da me presieduto, ha sempre coerentemente condiviso fin dal suo insediamento. Di questo indirizzo, così come della politica generale del governo, non posso non ritenermi responsabile, ai sensi dell’articolo 95 della Costituzione”.

La vicenda si riferisce all’agosto scorso. Quando il ministro dell’Interno aveva bloccato per sette giorni lo sbarco dalla Diciotti di 177 migranti. Lo scorso 24 gennaio il Tribunale dei ministri di Catania chiede l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno per il caso della nave.

Secondo la memoria di Salvini, “l’impostazione del Tribunale di Catania calpesta le più elementari regole del diritto internazionale e della nostra Costituzione, invadendo poi una sfera di esclusiva prerogativa dell’autorità di governo. Lo scalo tecnico a Catania è stata una scelta dell’autorità marittima esclusivamente per ragioni di comodità legate ai rifornimenti di cibo, acqua ed altro, rifornimenti che potevano avvenire tranquillamente anche in mezzo al mare”. Ai microfoni di “Radio Anch’io”, su Radio Uno, Salvini è più diretto: “Non chiediamo favori e aiutini a nessuno. Ricordo che non si voterà se Salvini è colpevole o innocente. Bisognerà capire se l’ho fatto nell’interesse del Paese”.

L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, nella loro memoria, anch’essa presentata in Giunta, parlano di “decisioni frutto di condivisione politica”. Sui due documenti dovrà pronunciarsi la Giunta. Secondo l’ex presidente del Senato Pietro Grasso i due testi sarebbero “irricevibili”. Secondo il presidente del consesso, il forzista Maurizio Gasparri, “non hanno scritto alla Giunta Toninelli e Di Maio. Hanno fatto quello che io auspicavo giorni fa. Il nostro interlocutore è Salvini. Salvini ha mandato lui la sua memoria, molto ampia, a cui ha allegato una lettera che gli ha scritto il presidente Conte. E poi ha allegato una lettera di Toninelli e Di Maio, molto breve, che condividono l’azione politica di Salvini in base all’articolo 135 bis del Regolamento del Senato. Poi i senatori potranno tenerne conto nel prosieguo dei lavori”.

Ma all’interno del Movimento cinque stelle prende corpo il dissenso. Il presidente grillino dell’Antimafia Nicola Morra sostiene apertamente che si debba votare sì all’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania. Per Francesco Bonifazi del Pd, “i lavori della Giunta sono praticamente finiti qui: i Cinque stelle voteranno no alla richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini dimostrando la loro proverbiale coerenza: oggi sono diventati tutti ipergarantisti, ma in futuro potrebbero diventare ipergiustizialisti”. Secondo il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina, “le memorie, peraltro illegittime, sono il tradimento dei principi fondativi del M5s, l’alibi politico per votare no all’autorizzazione. Mi pare chiaro ci sia un patto scellerato per salvare il ministro dell’Interno dal processo e in cambio bloccare la Tav. Uno scambio vergognoso sulla pelle del Paese”.

Aggiornato il 07 febbraio 2019 alle ore 14:05