
C’è da sperare che tutti i sostenitori di questo Governo e di questa alleanza inizino a capire che razza di guaio abbiano combinato, lasciando che il Paese finisse in mano all’ignoranza e all’incapacità grillina. Inutile rifugiarsi in pistolotti e prediche, inutile sperare che Castore e Polluce, leggasi Tria e Moavero, per quanto esperti, possano arginare i danni di una maggioranza innaturale, arrogante e impreparata. Tanto è vero che la finanziaria da masochismo economico è passata, ed in politica estera siamo all’indice del mondo, dal Venezuela all’Europa, insomma emarginati. Per farla breve, mai l’Italia si è avvicinata così tanto all’orlo del burrone, forse nemmeno col Governo Amato, che all’inizio degli anni Novanta frugò nottetempo nelle tasche di tutti per salvare il salvabile.
Insomma, siamo al peggio del peggio, il debito è fuori controllo e in ascesa, il Pil in retromarcia progressiva, il deficit in salita, e in primavera sarà obbligatoria una manovra correttiva. Oltretutto non sarà una correzione di poco, perché bene che vada servirà almeno mezzo punto di Pil, insomma parliamo di 8/10 miliardi di euro e forse più se il quadro dovesse peggiorare, come è possibile che sia.
Ecco perché, follia delle follie, gira voce di patrimoniale, vecchio pallino dei grillini, che da bravi veterocomunisti odiano la ricchezza, salvo praticarla spesso e volentieri per la vita personale, Beppe Grillo in testa. Sia chiaro, se scattasse una patrimoniale, sarebbe rivolta di sicuro; insomma finiremmo in un caos sociale e fiscale, da precipizio vero, da rivoluzione di tutti contro tutti. Qui non si tratta di essere pessimisti, cattivi coi grillini, si tratta di essere realisti, di guardare situazione e indicatori, dal bilancio ai conti, allo spread all’export, dai consumi all’inflazione, dagli investimenti alla produzione, è recessione e basta.
Ecco perché parliamo di masochismo istituzionale, perché ci siamo ficcati in questo guaio consapevolmente, conoscendo la storia dei grillini, del reddito, dell’assistenzialismo, della spesa pubblica, del no alle infrastrutture e agli investimenti. Dunque, sapevamo quanto fossero incapaci, bastava Roma, bastava ascoltare le posizioni dalla politica economica a quella estera, ma pur di non mandare il centrodestra al governo, vincitore vero, si è scelto l’autolesionismo, lo scivolo verso il “si salvi chi può”. Ecco perché oggi le prediche non servono, ormai la frittata è fatta, siamo nei guai e ancora è poco, pensiamo al caos che sarà col reddito, con quota 100, con lo stop alla Tav, con i furbetti e la burocrazia, i navigator e i controllori, una follia.
Altro che 2019 bellissimo come suggerisce l’incoscienza e l’ignoranza, della e sulla economia, qui corriamo verso il precipizio, recessione, crisi e attacco dei mercati, questo è il rischio vero, non scherziamo. Ecco perché chiediamo a Matteo Salvini la forza di mandare all’aria tutto, per il bene vero del Paese. Anziché stare al Governo per farsi offendere da un gruppo di ignoranti, torni al centrodestra unito, punti i piedi e vada al Colle, e chieda il voto. Sarà vittoria, sarà quello il risultato.
Aggiornato il 05 febbraio 2019 alle ore 10:58