
Prosegue lo scontro a distanza tra Elisabetta Trenta ed Enzo Moavero Milanesi. In un’intervista al “Corriere della Sera” la ministra della Difesa ha ribadito la sua versione. “Ho agito – ha detto – secondo le mie prerogative, informando chi di dovere, tra cui il presidente del Consiglio e il capo di Stato Maggiore della Difesa. Se chiedo al Coi (Comando operativo di vertice interforze, ndr.) di valutare l’avvio di una pianificazione per il ritiro, non credo di dover informare il ministro Moavero”. La Trenta conferma il ritiro del contingente militare italiano. “Ci ritireremo dall’Afghanistan. Siamo lì da 17 anni. Abbiamo avuto 54 morti, speso quasi 7 miliardi di euro. Il nostro contributo è stato notevole ma ora c’è una evoluzione in corso, si va verso un’intesa, che mi auguro arriverà, e noi come Paese ne prendiamo atto”.
Per la ministra, “è giusto che se ne discuta in Parlamento. Lo trovo un sano esercizio di democrazia e di realismo”. Alla base della decisione, oltre alle scelte fatte dagli Usa, “ci sono priorità strategiche nazionali. Oggi il nostro principale interesse si focalizza in Africa e nel Mediterraneo”, sostiene Trenta. Tuttavia “è evidente che ogni decisione finale sarà presa di concerto con gli alleati. L’Italia è un Paese che onora i suoi impegni, specie in ambito Nato”. “La mia decisione rappresenta un atto di responsabilità istituzionale, verso il Paese e verso i nostri militari. Non si può credere che di fronte alla rapidità di certi sviluppi l’Italia resti a guardare”, prosegue la ministra. “Dobbiamo arrivare pronti a un cambio di passo e la pianificazione serve proprio a questo, a capire in che modi e tempi muoverci laddove in Afghanistan si giunga ad un accordo di pace tra le parti”.
Aggiornato il 30 gennaio 2019 alle ore 13:49