La nostrana “politica degli ologrammi”

La politica, piaccia o no, ha il compito di organizzare la vita della collettività che però, almeno da qualche decennio, non sa contrastarne le iniquità, nonostante i numerosi e nostrani paladini del “fatti e non parole”.

Saremmo un popolo meno debole se non ci fossero tanti sedicenti “forti” che si credono onnipotentemente immuni dalla possibilità d’essere influenzati. Il dubbio è una libertà dell’intelligenza e chi si ritiene portatore di opinioni assolute è un probabile presuntuoso, dunque, facile terreno di conquista della “politica degli ologrammi”.

Nella scienza, l’ologramma è un’immagine laser tridimensionale e stereoscopica proiettata nell’aria; insomma, una sorta realtà che non c’è ma che si vede. Può essere l’immagine tridimensionale e precisa di qualsiasi cosa; di un nostro caro che non c’è più, di una qualsiasi persona, di una pietanza, di un cavallo, di un cane, di un’automobile, di lingotti d’oro o mazzette di denaro e quant’altro. L’ologramma può proporre suoni, parole. L’ologramma è proprio lì, davanti agli occhi e puoi guardarlo, girargli intorno, sentirne i rumori e perfino gli odori… però non c’è, insomma, non ha fisicità e se cerchi di toccarlo, ti accorgi che si tratta di “aria a colori”. Essendo già scientificamente dimostrato che materia ed energia siano la stessa cosa, ovvero l’una lo stato potenziale dell’altra, si assisterà a enormi mutamenti del concetto stesso di realtà, ma la nostra conoscenza è legata ancora oggi alla dimensione empirica, dunque, se ci viene proposto un qualsiasi “ologramma” e si fa in modo che lo s’intenda come empiricamente reale, allora il gioco del plagio è fatto.

Nonostante si affermi che “occorra toccare con mano”, c’è sempre chi vive una tale impulsività da sbraitare e pontificare al cospetto di una realtà formata e proposta dalle fabbriche del plagio popolare quali sono, per esempio, la politica e la pubblicità. Hai visto e sentito, dunque sei giunto a un’opinione; però, potrebbe anche essere l’effetto di un insieme di parole ingannevoli e un mucchio di “aria colorata”.

La politica nostrana, con l’enfasi e l’ipocrisia ormai tipica dei suoi rappresentanti, è divenuta la “politica degli ologrammi”; ciò è accaduto soprattutto per la facilità con cui è possibile colpire l’emotività di troppa gente. La politica si pubblicizza, ad ogni piè sospinto, con slogan e atteggiamenti che vogliono mostrarsi come “muscolosi”; non si preoccupa più di promuovere fatti veri, ma prosegue con parole senza contenuti e con “aria a colori”… insomma, non cerca più il dialogo con la tua intelligenza ma solo con la tua emotività; ciò non ti offende?

Per quanto tempo ancora permetteremo alla suggestione di battere la nostra possibilità di ragionare e di usare l’intelligenza? La contestazione politica banale è il badile con cui il popolo italiano si scava la fossa.

Aggiornato il 17 gennaio 2019 alle ore 11:21