Perché è necessario i governi siano degli eletti

Nella elezione e votazione democratica c’è una responsabilità chiara. E il redde rationem dell’eletto verso l’elettore e gli elettori rappresenta l’inevitabile verifica. Se non c’è questo indispensabile e insostituibile chiaro nesso tra i due, il governo va e fa quello che gli pare e si stacca e si distanzia pericolosamente dalle richieste, esigenze e volontà dell’elettore, che è il portatore delle esigenze e degli interessi della società. Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, e, ancora, lo stesso Conte oggi (con la differenza che qualcuno di eletto, nell’attuale governo, c’è, ma non Conte, Moavero, Tria, Savona) sono tutti non eletti dal popolo. Pertanto, scissi da qualsivoglia volontà, esigenza, richiesta e interesse che viene dagli elettori italiani. Nella legittimazione democratica, cioè con il voto popolare, il rappresentante eletto diviene responsabile di ciò che fa, riguardo gli atti e la politica che attua, nei confronti di chi lo ha scelto e votato, rimanendo, al contrario, sciolto da questa ove sia non eletto, non votato, non scelto.

Sostanzialmente non voluto. Quali interessi rappresenta un presidente del Consiglio che non sia stato votato ed eletto dalla maggioranza degli italiani? Quale sorta di non responsabilità lo investe? La responsabilità che deriva dalla legittimazione popolare è necessaria e indispensabile tanto quanto per un ordinamento è il votare secondo democrazia. Democrazia, voto, legittimazione e responsabilità sono i cardini dello Stato di diritto. In assenza dei quali, il governo d’Italia come qualsivoglia apparato della pubblica amministrazione (politica ovviamente in primis) non funziona né mai funzionerà.

Gli italiani sono stati gabbati. Esistono due perni fondamentali in grado di garantire gli italiani e i governi legittimi dei medesimi:

1. La corrispondenza stretta tra governante è governato, tramite il voto espresso da quest’ultimo secondo democrazia.

2. Il traghettamento di tutto ciò che è pubblico in Italia (pubblica amministrazione, istituzioni, politica e funzioni ad esempio giudiziali) al libero mercato, alla produttività economica, autonoma ed indipendente dallo Stato, effettiva. Solo questi due processi –democratico e verso il libero mercato globale – costituiscono gli assi portanti della riforma, nel senso della crescita, dell’Italia e dello Stato italiano.

 

 

Aggiornato il 11 dicembre 2018 alle ore 14:11