
“Il contratto non si tocca fino al 2019”. Parola di Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico è convinto. Una revisione dell’accordo è possibile. Ma non può essere immediata. È la risposta che il leader pentastellato ha dato al ministro dell’Interno. Matteo Salvini aveva ipotizzato, nelle ultime ore, un “ritocco” all’intesa che regge il governo gialloverde: “Magari – aveva detto – quello che abbiamo stabilito a maggio del 2018, a settembre del 2019 va ritarato”. La replica di Di Maio è apparsa conciliante. In realtà, è risultata lapidaria: “L’abbiamo scritto in 6 giorni, questo contratto – ha sottolineato – ma se lo vogliamo migliorare ulteriormente va bene. Adesso però direi, concentriamoci sul fare questa legge di Bilancio nel 2019. Poi, dopo il 2019, ci possiamo mettere al lavoro per migliorarlo ancora”.
Di Maio, ai microfoni di Radio 24, ha negato che il ministro dell’Economia Giovanni Tria stia per lasciare. È un tira e molla che va avanti da mesi. Pare che Tria sia sempre più isolato all’interno del governo. “Smentisco – ha detto Di Maio – qualsiasi voce che sta circolando sulla volontà di far dimettere il ministro Tria. Ho visto che alcuni giornali attribuiscono tale volontà al M5s, lo smentisco categoricamente. Giovanni Tria sta facendo un grande lavoro. Squadra che vince non si cambia e Tria deve restare al ministero dell’Economia”. Rispetto alla trattativa con l’Europa, Di Maio sostiene che sia materia di “Conte con Juncker e Tria con i suoi omologhi”. Quanto alla manovra, il ministro grillino è convinto di portare “a casa la legge di Bilancio con dentro quota 100, reddito e pensione di cittadinanza, aiuti agli imprenditori ed eviteremo la procedura di infrazione. Ma c’è una novità sul costo del lavoro. Stiamo lavorando alla riduzione e ad un ulteriore incentivo alle imprese che assumono a tempo indeterminato”.
Aggiornato il 07 dicembre 2018 alle ore 11:59