
Ora scende in campo il padre. Antonio Di Maio difende il figlio vicepremier Luigi, assumendosi la responsabilità “degli errori” commessi nella vicenda dei sequestri di alcuni beni sul terreno di sua proprietà. “Mio figlio – ha dichiarato nel corso di un’intervista al “Corriere della Sera” – giustamente ha preso le distanze dagli errori che ho commesso. Non ha fatto nulla per favorirmi o nascondere fatti e ha fatto bene. È una persona onesta”. Secondo il padre il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è stato attaccato con “una ferocia spropositata. Stanno cercando di colpirlo ma lui non ha la minima colpa. Non era a conoscenza di nulla. Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli”. Il padre del leader pentastellato ha detto la sua a proposito del pagamento “in nero” di alcuni lavoratori.
“Ho affrontato momenti difficili da solo – ha detto – senza parlarne coi miei familiari perché non volevo si preoccupassero. Sono pronto a rispondere dei miei errori. Ma dovete lasciar stare la mia famiglia, i miei figli che non c’entrano nulla con tutto questo”. Antonio Di Maio ha anche parlato dell’ingresso nella società di Luigi quando era già in politica: “Tenevo molto a questa attività – ha dichiarato – volevo lasciare qualcosa ai miei figli. Luigi non ha mai gestito questa azienda, ne era solo socio”.
Danilo Toninelli ha difeso Luigi Di Maio. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture è stato intervistato da “Radio Anch’io”. “Sulla vicenda del padre di Di Maio – ha sottolineato – posso dire che conosco Luigi come amico e che sta dando tutto se stesso per il bene del Paese. In tutta questa vicenda Luigi cosa ha fatto? Non c’è nulla che ricada sull’attività politica di Di Maio. Nel caso di Di Maio le colpe del padre non incidono sulle sue scelte politiche, gli altri casi, come quello della Boschi, sono differenti perché le scelte dei padri ricadevano sulle scelte politiche”.
Aggiornato il 30 novembre 2018 alle ore 18:57