Regeni, Fico: “Rapporti sospesi con il Parlamento egiziano”

Nuovi sviluppi sul caso di Giulio Regeni. La Procura di Roma indaga sette agenti dei servizi segreti egiziani nell’ambito dell’indagine delle Procura di Roma sulla morte del giovane ricercatore. Nei loro confronti i pm contestano il reato di sequestro di persona. L’iscrizione formale verrà fatta dal pm Sergio Colaiocco nei primi giorni della prossima settimana. Il coinvolgimento dei sette è legato anche all’analisi dei tabulati telefonici da cui risulta che il giovane ricercatore italiano era pedinato e controllato almeno fino al 25 gennaio del 2016, giorno della sua scomparsa. I risultati dell’attività di indagine svolta da Ros e Sco sono noti alle autorità egiziane da almeno un anno in quanto presenti nella informativa messa a disposizione nel dicembre dello scorso anno dalla magistratura romana.

Ieri, l’ennesimo incontro infruttuoso tra gli inquirenti italiani ed egiziani, ha sancito il sostanziale fallimento della collaborazione tra i due Paesi nell’inchiesta sulla morte di Regeni. “Con grande rammarico – ha detto oggi il presidente della Camera Roberto Fico nel corso di un’intervista al Tg1– annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo”. Il presidente pentastellato ha aggiunto che l’atto della Procura di Roma “è giusto, forte e coraggioso. Un atto dovuto: visto che la procura del Cairo non procede, è giusto lo faccia la procura di Roma”.

“A settembre sono andato al Cairo – ha proseguito Fico – avevo detto sia al presidente Al Sisi sia al presidente del Parlamento egiziano che eravamo in una situazione di stallo. Avevo avuto delle rassicurazioni ma ad oggi non è arrivata nessuna svolta”. La linea del presidente Fico è stata condivisa da tutti i capigruppo di Montecitorio. “Su Regeni – ha detto Salvini – credo che il governo e il Parlamento, con tutti i suoi esponenti di maggioranza e opposizione, stiano facendo il massimo. Poi purtroppo governiamo in Italia e non in Egitto”.

Aggiornato il 29 novembre 2018 alle ore 18:57