
Giovanni Tria va al contrattacco. Per evitare la procedura d’infrazione, il ministro dell’Economia starebbe spingendo per approvare in Consiglio dei ministri un calo al 2,2 per cento. Tria difende la manovra in Senato. “Non accettiamo la morale – ha detto nel suo intervento in Aula – per illustrare le decisioni del governo in materia di bilancio. Ma con l’Europa c’è spazio per il dialogo”. Per il ministro, “dobbiamo tenere conto dell’incerto contesto economico in cui ci troviamo e dell’alto livello dello spread e per questo si deve puntare da una parte a rafforzare le misure di rilancio dell’economia e dall’altro a una maggiore prudenza di spesa”. A questo, ha detto Tria, si aggiunge “la necessità di non divergere dalle regole europee, che avrebbe ulteriori effetti negativi sulla crescita e sul debito”. Secondo il ministro, l’opinione della Commissione europea sulla legge di Bilancio italiana “apre alla prospettiva della procedura d’infrazione sul debito, una prospettiva che pone il governo e il Parlamento sovrano di fronte alla necessità di assumere una decisione di fronte alle sue responsabilità e di attuare una operazione di verità”.
Il vicepremier Luigi Di Maio ha detto: “Noi ce la metteremo tutta a essere responsabili verso i cittadini e verso l’Ue. Noi vogliamo dialogare con l’Europa, vogliamo trovare una soluzione, ma non possiamo tradire le promesse fatte”.
Tria ha detto che “dopo la crisi del 2008 siamo ancora lontani dal Pil e dalla disoccupazione di 10 anni fa: è aumentata in modo insopportabile l’area di povertà e disagio sociale e non è stato raggiunto l’obiettivo di riduzione del debito né il pareggio bilancio, non abbiamo avuto la stabilizzazione economica, sociale e della finanza pubblica”. Il ministro ha sottolineato che “stiamo attentamente valutando, man mano che va avanti il disegno delle misure fondamentali, i loro costi effettivi: se si possano trovare, cioè, gli spazi finanziari per migliorare l’equilibrio tra la crescita e il consolidamento dei conti pubblici”.
Tria ha ribadito che “il Parlamento rimane il luogo istituzionale dove i miglioramenti alla proposta del governo possono essere realizzati e approvati. Il mio sincero auspicio è che potremmo tutti insieme giungere a una soluzione ottimale. Lo faremo senza rinunciare alle nostre priorità”. Il ministro ha ricordato come negli ultimi anni ci sia stato “un aumento della spesa corrente per finanziarie la stagione dei tanti bonus, con oneri che continuano a pesare sul nostro bilancio. Non è nostra intenzione parlare di responsabilità del passato, anche se il dibattito domestico non ci consente di accettare la morale in tema di politica e crescita”. Frattanto, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis in un’intervista a La Stampa ha dichiarato che “la correzione sui conti dev’essere consistente”. Per il commissario, tagliare il deficit dello 0,2 per cento “non basta, perché la distanza resta molto alta”.
Aggiornato il 28 novembre 2018 alle ore 16:41