Manovra, ipotesi di rinvio del reddito di cittadinanza

È possibile che il reddito di cittadinanza sia rinviato a giugno. Non solo. Si discute del restringimento della platea di “quota 100”. Sono i due punti che possono rappresentare la svolta del governo per abbassare il deficit. Al momento sembra l’unica strada per convincere l’Europa ad evitare la procedura d’infrazione. È questa la linea emersa alla fine di un vertice dell’esecutivo a Palazzo Chigi, durato circa un’ora. Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno firmato una nota congiunta per dire che “non è una questione di decimali”. Ma in pratica, i tre sono disponibili a cambiare la manovra. L’idea è quella di spostare risorse pari circa allo 0,2 per cento del Pil, poco meno di quattro miliardi, dalle spese per reddito di cittadinanza e pensioni, agli investimenti. Se all’Europa non basterà, quelle stesse risorse saranno destinate alla riduzione del deficit.

“Si è concordato – spiegano il premier e i due vice – di attendere le relazioni tecniche su reddito e pensioni al fine di quantificare con precisione le spese effettive. Le somme recuperate saranno riallocate, privilegiando la spesa per investimenti”. Conte proverà a sondare se a Bruxelles possa bastare la “riallocazione” da spesa corrente a investimenti. Il premier fa notare i “segnali positivi dello spread”, che scende da 306 e 290 punti base, con un picco minimo di 279 punti, mentre la borsa di Milano chiude in rialzo del 2,77 per cento.

Salvini conferma di non volersi “impiccare agli zero virgola: tagliare il deficit può essere un’avanzata, un’uscita dalla trincea per togliere alibi all’Europa ed evitare un no pregiudiziale alla legge di bilancio italiana”. Una correzione alla manovra potrebbe essere apportata mercoledì. Il reddito di cittadinanza “non cambia pelle”, sostiene il leader pentastellato. Entro Natale dovrebbe arrivare un decreto. I leghisti vorrebbero la trasformazione del reddito in un taglio del cuneo fiscale. Frattanto, Mario Draghi si dice “fiducioso” di un’intesa tra governo e Ue. Il presidente Bce sostiene che le misure “insostenibili sono non solo un rischio per l’Eurozona ma anche il preludio a politiche di austerità, socialmente dolorose”.

Il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, in una conferenza stampa a Parigi, assicura che sul bilancio italiano “ci sforziamo per trovare delle soluzioni. Non sono mai stato un partigiano delle sanzioni. Penso che le sanzioni siano sempre un fallimento. Sono sempre stato un commissario favorevole alla flessibilità aperto al dialogo tra Roma e Bruxelles, legato a un’Italia che rimanga al centro della zona euro. Per l’Italia la porta resta aperta, la mano tesa. Dobbiamo cercare con tutte le forze delle soluzioni condivise nell’interesse degli italiani e della zona euro”. Moscovici è convinto che “la manovra italiana comporti rischi per aziende, risparmiatori e cittadini italiani. Questo rischio ha un nome: si chiama debito al 130 per cento del Pil”.

Per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, “non ci sarà nessun nuovo documento che il governo invierà alla Ue sulla manovra. Ci sarà una manovra che spetta al Parlamento approvare e sarebbe quantomeno ingeneroso che qualcuno dall’Europa prendesse provvedimenti sanzionatori prima ancora che la manovra esista. Non siamo una monarchia, ma una Repubblica parlamentare, ci sono centinaia di proposte di parlamentari e finché non passa dal Parlamento la manovra non esiste”.

Aggiornato il 27 novembre 2018 alle ore 13:19