Weakness Europe

C’era una volta “Fortress Europe”. Oggi, la “Fortezza” di allora è stata sostituita da “Debolezza”. Sia sul piano numerico, dato che da oggi con l’auto eliminazione della Gran Bretagna siamo di fatto a 27 (sempre troppi! A quando il mea culpa di Romano Prodi?), sia su quello della capacità di scelta e di indirizzo di una comunità di cinquecento milioni di anime. C’è, alla radice di tutto questo desolante panorama, un… peccato originale? C’è ma non si vede. Ma ha un nome: Ena, o “École Nationale d’Administration”, la più prestigiosa delle Scuole internazionali di Pubblica amministrazione che, con il suo “Cycle Étranger/International long” (in cui funzionari di tutto il mondo seguono ben due cicli interni di formazione degli enarque francesi, uno entrante e l’altro uscente, avvalendosi del meglio delle rispettive discipline curriculari) ha messo assieme dal 1945, anno della sua fondazione da parte del presidente Charles De Gaulle, parecchie migliaia di alti funzionari stranieri che, nel corso del tempo, si sono andati a collocare mediamente ai vertici delle loro rispettive amministrazioni nazionali.

Ora voi capite bene come, intrattenendo questa rete fittissima di rapporti con i corrispondenti e omologhi degli altri Stati europei in particolare, questo reticolo di alti burocrati diventi un circolo esclusivo di sapienti (che parlano correttamente la lingua di Voltaire), agevolmente in grado di pilotare qualsiasi draft o progetto normativo (Regolamento, direttiva, circolare, corrispondenza riservata agli Stati membri, etc.) che emani dalla Commissione europea di Bruxelles. Oltre a occupare saldamente i vertici delle più grandi aziende produttive multinazionali francesi (i cosiddetti “Campioni”), gli enarque sono sovrarappresentati alla Corte dei Conti, all’Ispezione delle Finanze e al Consiglio di Stato francesi e, per di più, annoverano tra le loro fila parecchi presidenti della Repubblica transalpina, tra cui gli ultimi due François Hollande ed Emmanuel Macron. Capite quindi quanto le idee, i progetti per l’Europa franco-tedesca e le relative strategie che s’insegnano all’Ena (compreso l’Euro e il “politically correct” onusiano, globalista, multilateralista e relativista che oggi domina il mondo) abbiano nel tempo saturato i vertici europei e tutta la faraonica amministrazione dell’Ue che ha sede a Bruxelles?

Analizzatevi poi con il dovuto impegno certosino quanti di loro, dal 1957 in poi, siano andati a occupare posti chiave nelle direzioni generali della Commissione europea e vi renderete conto dove sta il mostro burocratico che ci mangia vivi con le sue sempre più astruse legislazioni. La incontenibile sete di aree fabbricabili e di immobili, vera e propria bolla speculativa di cemento per la costruzione della cittadella amministrativa dell’Unione, ha partorito poi l’attuale Leviatano burocratico. Chi ha messo piedi per lavoro in quegli immensi palazzi del potere amministrativo comunitario sa benissimo che, nell’alternarsi frenetico di pubblici funzionari dei Ventisette/otto Paesi membri, si sono infeudate generazioni di fedelissimi burocrati che debbono all’irresistibile “pistonage” delle alte burocrazie comunitarie le loro carriere amministrative nazionali. Con spese faraoniche di missione e mantenimento a carico prevalentemente dei loro Stati di appartenenza. Ecco perché, ad esempio, sostengo da tempo che costoro lavorino tutti da casa attraverso le multivideoconferenze da tenere tutte rigorosamente in streaming facendo sì che l’Ue divenga per davvero una “Casa di Vetro”. Aspetta e spera. Detto con affetto da un anziano enarque.

Aggiornato il 28 novembre 2018 alle ore 11:34