Innocenti marchiati a fuoco

Vanno contro a tutto: alla Costituzione, alla legge e, soprattutto, alla logica. Perché, anche nel caso del candidato-sindaco di Corleone (“reo” di aver pubblicato sui social network una foto che lo ritraeva in un bar assieme ad un parente acquisito del boss Bernardo Provenzano), i Cinque Stelle hanno ancora una volta dimostrato di essere intrisi da un giustizialismo al limite della follia. È sufficiente leggere i commenti a quella foto: alcuni riescono addirittura a dare del “mafioso” al povero Salvatore (il titolare del bar ritratto in quello scatto insieme al candidato pentastellato Maurizio Pascucci) che invece ha la propria fedina penale intonsa ma “paga” per essere il marito della figlia della sorella del capomafia deceduto. “Noi siamo gente perbene - racconta alla stampa la moglie del giovane - Ogni mattina ci alziamo alle cinque per venire ad aprire il bar. Non ho proprio niente da dire a Luigi Di Maio, ognuno è libero di fare ciò che vuole”.

Già, Di Maio. È stato proprio lui a cancellare all’ultimo momento il comizio previsto a Corleone a sostegno di Pascucci che, tra l’altro, è stato anche licenziato in tronco dal senatore M5S Mario Giarrusso del quale era assistente parlamentare e verrà molto probabilmente espulso dal Movimento. Lo stesso Pascucci (i cui risultati elettorali non sono ancora noti al momento in cui stiamo scrivendo) ha rilasciato dichiarazioni al limite dello scontato ma che, vista la situazione, dovrebbero far pensare (almeno chi è provvisto di un po’ materia grigia): “Queste persone gestiscono un bar e non hanno precedenti penali. Non è giusto che i parenti siano esclusi per tutta la vita dalla società”.

Ne sa qualcosa Angelo Provenzano, primogenito del capomafia: “Sono stanco. Io sono incensurato, non ho mai avuto problemi con la giustizia. Eppure vivo con un ‘marchio’ a fuoco sulla mia pelle”. Marchiati a fuoco per non aver fatto nulla, per non aver commesso alcun reato. L’avvocato Rosalba Di Gregorio, storico difensore di Bernardo Provenzano, ha scritto sul proprio profilo Facebook: “Alla condanna dei colpevoli ci pensa la Magistratura con indagini e processi penali. Alla condanna degli incolpevoli ci pensano i 5 Stelle!”.

Aggiornato il 26 novembre 2018 alle ore 13:27